A Casa

La casa era più ricca di "movimento" un tempo, non perché le persone vi rimanevano più a lungo di oggi, ma perché la natalità era a livelli decine di volte più elevati: c'erano quindi bambini e ragazzini a tener vivace il focolare. Ma non appena questi diventavano anche solo in parte "autonomi", in grado di camminare, venivano portati nei prati e nei campi: cominciavano così a "imparare" quel che avrebbero dovuto fare osservando la gente impegnata nei lavori.

 

 

O'  'ncora  da broàr  su

Devo ancora lavare i piatti. "Broar su": lavare piatti stoviglie pentolame e tutto quanto si riferisce alla cucina. Broàr: scottare con acqua bollente; me son broà: mi sono scottato con acqua bollente

 

Sénti che odor da fhìsol!

Senti che puzza di bruciato! Ma si tratta di un bruciato particolare: quello dell'olio che nel pentolino sta per prendere fuoco, quello di un tessuto nel quale il fuoco "sta covando", quello di una plastica che fonde per un corto circuito elettrico

 

El se à fhisolà

E' rimasto bruciacchiato; con riferimento, di solito, a indumenti

 

Inpifhàr el fógo

Accendere il fuoco

 

Sto bicér el sa  da freschìn

Questo bicchiere ha odore di "freschìn": questo termine non ha corrispondente in italiano; è l'odore che rimane nei piatti che contenevano uovo e non sono stati correttamente lavati; l'odore che rimane nelle mani dopo che si è pulito il pesce o si è macellato un coniglio...

 

El gòto; el scudelìn, la crépa

Il bicchiere; la scodella. Crépa e scudelìn sono sinonimi; scudelìn è di uso generale, crépa è spesso usato nell'espressione na crépa de vin (una scodella di vino). Volendo vedere una differenza, la crépa ha dimensioni superiori allo scudelìn

 

Sculiér e pirón

Cucchiaio e forchetta

 

Ramìna (brondo), riminèl (brondìn),  caliéra, caliérón

Pentola, pentolino, caldaia, grande caldaia. Ramina perché spesso le pentole erano di rame, mentre brondo (termine più tipico di Rasai) richiama il bronzo

 

La gramèla tacàda tel cul del gamelòt

Residui del cibo attaccati sul fondo del pentolino, per il fuoco eccessivo e il mancato rimescolamento durante la cottura.

 

Cógoma, cogométa

(Pentolino panciuto, con la parte superiore più stretta e una svasatura in corrispondenza del punto da cui far uscire il liquido, per ridurre lo sgocciolamento. La cόgoma era spesso fornita di piccolo coperchio che si sollevava premendo il pollice su una levetta

 

La bòfha del vin

Il boccale del vino

 

Magnàr polenta e tòcio

Mangiare polenta impregnata di sugo

 

Cavernòla, sgòdia, sarénta

Tre tipi di polenta, finalizzati al massimo risparmio di tempo e vivande, sopratutto in malga. La prima è una polenta molto tenera, nella quale si sostituisce parte dell'acqua con siero di latte (lapìn), con aggiunta di poca farina, ottenendo così un composto piuttosto liquido. La sgòdia è polenta con tanta acqua e poca farina; anche la sarénta mirava al massimo risparmio, che spingeva ad utilizzare perfino le croste della polenta fatta in precedenza: lasciate a mollo in un po' d'acqua si staccavano e si ricuocevano con un po' di latte e acqua

 

La fhortàja

La frittata

 

El òjo indelì

Olio (di oliva) che a temperatura fresca (sotto i 4°C) si addensa e tende alla solidificazione

 

Che trìst ch'el é!

Quant'è disgustoso! Riferito a un alimento

 

El suro, el stròpol; el stròp

(Il tappo; il recinto. Da stropàr: chiudere, tappare. Stròp era il recinto costruito in legno: i pali di sostegno erano uniti da pertiche, su due livelli -50  e 100cm circa- fissate ai pali con le sàche, legacci di salice o régol; serviva a impedire il passaggio dei bovini)

 

 

La marèla

Cilindro di legno, con impugnature più sottili alle estremità, utilizzato per stendere la pasta fresca sul tavolo: si faceva pressione, mentre veniva ruotato sopra lo strato di pasta

 

Far la lissia

Lisciviare: dentro una caliéra con acqua ben calda veniva messa della cenere, e la biancheria da lavare. Il tutto veniva poi lasciato raffreddare; si toglievano i panni e si procedeva con l'operazione seguente

 

 

Resentàr

Risciacquare. L'operazione richiedeva grandi quantità d'acqua, perciò veniva effettuata lungo ruscelli o torrentelli ricchi di acqua corrente: i Rich erano molto frequentati per questa attività

 

 

El fuss, el corlo

Fuso e conocchia, usati nella tessitura del cànevo, la canapa. Corlo è anche la parte finale del tronco da cui partono i rami: la conocchia, infatti, ruotava su un asse di ferro infilato in un tronchetto, che poggiava su tre rami regolari e simmetrici, in modo da formare uno stabile treppiede

 

 

El canàl; el pissòtol

La grondaia; il tubo che scarica l'acqua della grondaia lontano dalla casa; esteso poi a ogni forma di zampillo

 

La arfhèla

La madia; cassa di legno in cui erano custoditi gli elementi base (secchi) per la preparazione dei pasti: farina di mais e di frumento, riso, ... Spesso nella parte inferiore era collocato un cassetto, ove stavano gli oggetti di uso più comune.
Nelle serene giornate di ottobre, col sole ancor caldo dopo le fresche mattinate, chi incontrava un abitante di Tomo gli diceva scherzosamente: "èu mess via 'l sol sula arhèla?" (avete messo il sole nella cassa?). Tomo, d'inverno, per un lungo periodo (a seconda anche delle località) non vede il sole perché schermato dal Tomatico; i "cittadini" feltrini canzonavano i "paesani" di Tomo anche in questo modo.

 

La mónega

Scaldaletto: contenitore, sagomato in modo particolare, per custodire il braciere in metallo, e tenerlo isolato dalle lenzuola, che altrimenti per il contatto si sarebbero potute incendiare. Due assi venivano sagomate, piegate e unite alle estremità in modo da formare una doppia ogiva; le due assi venivano poi collegate da assicelle traverse (per sostenere le lenzuola) e da un ripiano, su cui collocare il braciere. Strumento portatore di un piacevole calore nei letti entro le gelide camere di un tempo, è stato causa di numerosi fatali incidenti: sia per gli incendi, che per le morti per asfissia provocate. Anche la nonna (di Rasai) di mia moglie morì in quel modo.

 

Saltarèl

Semplice serratura per porta; dall'esterno, premendo su una levetta, si provoca il sollevamento del chiavistello (catenaccio) che così si sblocca liberandosi dal fermo; dall'interno si agisce direttamente sul chiavistello alzandolo e abbassandolo (di qui il nome). Per facilitare la presa  il chiavistello è fornito di un'appendice

 

Paredàna

Divisorio, sottile parete in legno con la funzione di separare due ambienti

 

La nàpa

La cappa del camino

 

El ròfh

I flessibili e lunghi tronchetti dei vidisόi venivano piegati a formare un cerchio, e si continuava ad avvolgerli  fino a ottenere un fascio circolare avente sezione di 5/10 cm. Il ròf(h) così ottenuto serviva come ammortizzatore per le delicate caldaie (caliére) di rame, che venivano poste sopra ed evitavano così il contatto col terreno, che le avrebbe potute bucare quando piene

 

 

'Na gronàda de case

Una schiera di case disposte in modo da adattarsi alle pendenze del terreno, alle curve di livello, a un percorso preesistente: non come gli attuali anonimi e "regolari" moduli ripetuti senza grazia e fantasia

 

 

TORNA

TORNACASA