FIORI   D'ESTATE

Nei prati e boschetti della periferia di Porcen l'esplosione della fioritura si ha ad aprile-maggio; al variare dell'altitudine tale momento magico viene posticipato e tanto di più, quanto più si va in alto. Va detto però che, anche se si fa riferimento a una medesima pianta,  non è costante il legame tra posticipo della fioritura  e salto di quota: intervengono infatti molti fattori, che possono variare di anno in anno anche in modo significativo. Può così accadere che, in una primavera caratterizzata da scarso innevamento e da clima mite anche in quota, mille metri più in alto un tipo di fiore sbocci dopo un mese; invece con un forte innevamento e persistenza di clima rigido, la differenza può superare i due mesi. Oltre a questa variabilità, correlata alla diversa evoluzione del clima, intervengono anche elementi che dipendono dalla diversa collocazione, esposizione e composizione del terreno interessato dalla fioritura delle piante: sulla stessa quota possiamo perciò avere, per la medesima specie, fioriture in tempi diversi per l'influenza di questi fattori ambientali. Queste considerazioni per chiarire che l'epoca e l'ordine di fioritura segnalati  sono indicativi.
Ricordo ancora che  "Per ciascun fiore, presentato nella cronologia dell'antesi, si descrivono le caratteristiche essenziali accanto a una miniatura (immagine piccola), cliccando sulla quale si apre un'immagine più ampia e definita. Viene presentata un'antologia (nel senso letterale!) di fiori comuni ma spesso trascurati e dimenticati, o ritenuti rilevanti per qualche proprietà; naturalmente tutti trovati e fotografati nelle vicinanze di Porcen".


Corthusa mattioli. Raro fiore di montagna, della famiglia delle primule. Vegeta al riparo delle rupi, preferibilmente alla loro base. Queste Corthuse sono state rinvenute a 1300 metri di quota, nella zona ovest dell'arco di monti Tomatico-Sassumà.


 

Polygala vulgaris. Poligala: il nome significa "molto latte"; si riteneva che la piantina, tra le proprietà officinali possedute, avesse anche quella che ne fa aumentare la produzione. Cresce nei prati magri (non concimati), fino ai monti. Confermata la capacità di accrescere la produzione di latte; inoltre efficace contro tosse e catarro, reumatismi e altri malanni. Impiegata anche per fare tisane, nella produzione di caramelle e sciroppi contro la tosse. Spesso prostrata, difficilmente supera i 40cm.


 


Sagina procumbens. Minuta pianta tappezzante alta al massimo 5 centimetri, è presente tra mattonelle, piastre e pietre nei cortili,  nelle fessure di muri in pietra, nelle aree soggette a calpestio. Minuscoli fiori con petali bianchi molto piccoli e quattro sepali verdi
 

 


Geum urbanum. Pianta con steli coriacei alti fino oltre 50 cm. Nei boschi, nelle radure, nelle zone ombrose vicino alle abitazioni (da cui il nome). Il frutto è formato da un insieme di achenii, ciascuno dei quali reca un pelo con uncino. La pianta trova applicazioni officinali, per le sue proprietà astringenti e digestive e viene impiegata per combattere inappetenze, infiammazioni intestinali e del cavo orale e mal di denti.
 


Myrris odorata. In montagna, nelle radure e nei prati fertili e freschi, presso le malghe. Robusta e alta oltre i 50 cm, foglie tomentose verde chiaro molto frastagliate, delicate al tatto. Fiori da bianchi a bianco crema. Emana, specie se stropicciata, un intenso gradevole profumo di anice.
 

 


Rubus saxatilis. Castracàn. Unico "rovo" erbaceo che presenta fusti con fiori e frutti alti 30-40cm, e lunghi stoloni striscianti che propagano nuove piante fin oltre un metro dalla pianta madre. Tra i cespugli e nelle radure asciutte e assolate a partire dal livello del paese. Frutti commestibili in drupe lucide e rosse.

 

Dianthus barbatus. Garofano dal vistoso colore rosso porpora, comincia a sbocciare a livello del paese dalla fine di maggio. Non è frequente; in basso lo si trova sui prati magri sul colle. I fusti verde-rossastro sono relativamente robusti, e sostengono le infiorescenze quasi piane, spesso con più di cinque fiori. Le foglie sono lanceolate acute, via via più piccole salendo; quelle più in alto con sfumature rossastre. Questo garofano è stato la base da cui i giardinieri hanno ottenuto, mediante incroci con altri Dianthus, i garofani coltivati in serra che rifioriscono senza interruzione.

 

Geranium sanguineum. Il colore rosso intenso delle foglie d'autunno ha suggerito il nome specifico. Presente nelle radure e nei prati magri asciutti fino alla media montagna. Il tannino che contiene lo rende utilizzabile come astringente.


 


Tragopogon pratensis. Fiori composti notevoli per la forma stellare, alla sommità dei fusti alti anche oltre il metro; foglie lanceolate lunghe alla base e via via decrescenti. Diffuso nei prati fertili e coltivati, si propaga coi semi portati lontano nei pappi voluminosi. Pianta interessante per le proprietà medicinali e per l'uso in cucina e cosmesi. Ha proprietà diuretiche e depurative; elevato il contenuto in inulina delle radici.


Luzula nivea. Erba perenne, appartenente ai giunchi. Porta infiorescenze bianco sericee alla sommità degli esili steli, alti al massimo 50cm. La si trova nelle radure asciutte e sul limite di prati magri/boschetti di carpini, anche a poche centinaia di metri dal paese; anche in montagna nelle rupi, nei prati con pietre purché non eccessivamente aridi. Erba che resiste tanti anni nel medesimo luogo, se non ci sono stravolgimenti dell'habitat.




Cyanus triumfetti. Con Cyanus montanus che si differenzia solo per le squame dell'involucro del fiore viene chiamato fiordaliso di monte. Si fa notare nei pascoli di monte grazie ai colori sgargianti e vivaci; le foglie lanceolate si notano perché di un verde più chiaro. Utilizzato come calmante e antiinfiammatorio, in particolare per le disfunzioni dell'occhio.
 


Valeriana saxatilis. In montagna, su rupi ombreggiate e umide. Corimbi di piccoli fiori bianchi meno compatti e più ampi rispetto ad altre specie di valeriana, di cui condivide le proprietà e principi calmanti,  antiinfiammatori e cardiotonici. Efficace contro l'insonnia.

 

Veratrum lobelianum. Pianta presente sui pascoli montani, ove si è diffusa negli ultimi anni coprendo come specie invadente, nitrofila e megaforbiacea interi settori, anche associata a Pimpinella maior. Non solo ruba spazio e impedisce la crescita di erbe più pregiate, ma è pure assai tossica, con azione particolarmente efficace sul cuore, che può bloccare provocando la morte. Naturalmente viene rifiutata dagli animali al pascolo.
 


Campanula scheuchzeri. Campanellina che cresce su pascoli sassosi ma anche sulle rupi, pure nelle parti aride al riparo dalle precipitazioni. Cespi con numerosi steli sottili con foglie filiformi, quelle sulla parte mediana di dimensioni maggiori. Fiorisce da giugno nella parte montana.

 


Silene dioica.  Diffusa in prevalenza sopra gli 800 metri, sostituisce la S. alba presente nei prati a livelli inferiori. Il colore varia dal rosa chiaro al fucsia carico. Preferisce zone fresche e umide con abbondanza di azoto: prati grassi, margini di strade, base di rocce e margini del bosco.
 


Hyppocrepis comosa. Diffuso nei magri asciutti e sassosi, in particolare nei prati della parte montana, nome italiano Sferracavallo. Somigliante alla Coronilla, da cui si differenzia in particolare nelle foglioline (in numero dispari, 7-15, ai lati nelle foglie imparipennate) che hanno lunghezza circa doppia della larghezza. Nella Coronilla larghezza e lunghezza delle foglioline equivalgono).
 


Saxifraga paniculata. Presente nelle rupi del territorio di montagna (anche abbondante nei luoghi più favorevoli), ha rosette basali spesse, con tracce di calcare sui bordi delle foglioline, anche se non in modo massiccio come nella S. crustata. I fiorellini bianco crema, punteggiati rosso porpora, in racemi radi sui fusti alti fino a 40 cm, recanti numerose piccole foglie e piegati prima della fioritura.

 



Tofieldia calyculata. Fusticini afilli alti 20-30cm, con una fitta spiga cilindrica terminale di piccoli fiori giallo-verde tenue. Nei prati non coltivati e freschi, anche a livello del paese.




Galium mollugo. Fusticini lunghi, flessibili; verticilli con foglie e rami secondari recanti numerosi piccoli fiori bianchi con petali disposti a croce. I numerosi fusti si intrecciano e crescono oltre 1,5m formando densi grovigli nei prati grassi ove è frequente. Tutta la pianta ha proprietà tintorie. Commestibili le piante giovani.




Galium rotundifolium. Cresce al margine di boschi e cespugli, in luoghi freschi, dal livello del paese ai monti. Fusti fino a 40cm. con verticilli a 4 foglie opposte a croce; i piccoli fiori bianchi nelle  ombrelle terminali e alle ascelle dei verticilli della parte terminale dei fusticini.

 


Galium aparine. Varietà di caglio dalle notevoli dimensioni, supera 1,5m se trova sostegni come cespugli e rami cui aderisce con aculei arcuati. Fiori bianchi molto piccoli, in relazione a fusto e foglie;  presente dal paese ai monti. Interessante per le proprietà possedute: rinfrescante, depurativa, diuretica, lassativa, tonica, antiinfiammatoria. I semi sono stati usati come succedaneo del caffè (i Cagli sono Rubiacee come il caffè).



Stellaria nemorum. Fusti spesso prostrati, presso cespugli, radure dei boschi, luoghi con abbondante sostanza organica, in tutta la fascia altitudinale del paese. Nella parte terminale dei fusti sottili pedicelli portano le rade infiorescenze a ombrella. I fiorellini bianchi hanno petali profondamente suddivisi in due parti.



Lactuca virosa. Rara, fotografata sul Còl, in un prato trascurato vicino alla strada. Ben più alta di un metro, fusto robusto molto ramificato in alto con racemi di piccoli fiori gialli, che si chiudono la sera. Contiene cumarine (tossiche) e sostanze sedative e che inducono il sonno. Dal latice di questa lattuga, e della L. serriola, si ottiene una sostanza con effetti analoghi, meno intensi, degli oppiacei.
 

 

Lactuca muralis. Piantina di lattuga, commestibile se giovane, con unico gracile fusto alto anche oltre 50 cm. Infiorescenze con numerosi capolini con 5 fiori ligulati, il che la distingue dalle altre lattughe in cui i "petali" (fiori ligulati) sono ben più numerosi. Rara a livello del paese, frequente nei boschi freschi e radi sul monte.



Dorycnium herbaceum. Molto somigliante a D. pentaphyllum, cresce in luoghi asciutti (prati magri, lati e scarpate soleggiate delle strade,...). Fiorisce un po' prima della specie simile.





Sanicula europaea. Trovata sul versante "pusterno" del Còl, nel sentiero che attraversa il bosco. E' un'apiacea con foglie basali e fusti verdi privi di foglioline, alti una trentina di cm, con pochi rami che portano  gli involucri fiorali compatti. Chiamata "erba di s. Lorenzo", era utilizzata per lenire gli effetti delle scottature, emolliente ed antiinfiammatorio. La pianta è definita specie a rischio estinzione e si trova anche nelle radure dei boschi di faggio.
 


Genista tinctoria. Cresce nei prati aridi e sassosi e sulle rupi assolate, assumendo forma prostrata. Sulla parte alta dei fusti, privi di spine ma con foglioline, le spighe di numerosi fiori giallo oro. Oltre che per tingere di giallo, questa piccola ginestra viene usata contro reumatismi, fratture, gotta; adatta anche per giardini.


Cytisus nigricans. Pianta perenne, può emettere numerosi fusti sottili alti sui 50cm, spesso prostrati specie sui ripidi pendii. Si distingue dalla G. tinctoria (cresce negli stessi ambienti) per le foglie (piccoli trifogli) e per il fiore, col vessillo dalla forma avvolgente particolare.




Astragalus glycyphyllos. Presente in particolare nella fascia del castagno, ha lunghi fusti prostrati rossastri, con foglie pennate. Nella parte terminale dei fusti, all'inserzione delle foglie, si staccano i peduncoli, molto più brevi delle foglie, recanti in cima un racemo compatto di fiori color verde tenue con sfumature rosa.
 



Potentilla reptans. Cinquefoglio. Pianta che emette stoloni anche di notevole lunghezza, riesce a conquistare intere aree, in zone disturbate, formando dei tappeti. Pianta ricca in tannino, con proprietà astringenti e febbrifughe: impiegata contro infiammazione ed epistassi; in cosmesi per la preparazione di creme antirughe.



Silene nutans. Presente in tutta la fascia altitudinale del paese nei luoghi asciutti preferiti, presenta fiori di colore variabile dal bianco crema al verdastro al rosa. I fusti, alti fino a 40/50cm, sono vischiosi e attaccaticci nella parte superiore, come anche i fiori, per la presenza di ghiandole e peluria.

 


Thalictrum minus. Piante con numerosi fusticini scarlatti, foglie glabre verde chiaro dalla tipica forma e infiorescenze terminali prive di petali. Le radici della pianta contengono colorante giallo tossico; peggiora la qualità dell'erba dei prati, essendo dannoso per gli animali che lo evitano.




Valeriana tripteris
. Il nome specifico (trifogliata) perché le foglie sul fusto sono suddivise in tre parti. Più minuta della specie descritta sotto, sui monti di Porcen è stata notata con fiori quasi bianchi. Ama le scarpate, ambienti sassosi e rupestri, e tuttavia freschi e umidi. Le piante incontrate non superano l'altezza di mezzo metro. Vedere sotto (Valeriana officinalis) per le proprietà medicinali.


 

 

Valeriana officinalis. La valeriana è nota dall'antichità per le sue doti curative: il nome deriva appunto da valeo = sto bene. Bei corimbi rosa chiaro in cima a fusti snelli; in condizioni ottimali, come quelle verificate quest'anno (2013) la pianta arriva a superare i due metri. Della valeriana è nota in particolare l'efficacia dell'azione calmante, esente dagli effetti collaterali dei "moderni" farmaci; trova quindi largo impiego negli "stati di agitazione", nelle "difficoltà di origine nervosa nel prender sonno".

 

 

 

 


Knautia arvensis. Fiorisce da giugno nei prati coltivati dal paese ai monti; i fusti esili possono superare il metro, e recare più di un capolino color lillà. Foglie basali tomentose grigioverdi, peluria anche nel fusto. Nota alla medicina tradizionale come depuratrice del sangue e diuretica. Commestibili le giovani foglie basali.
 

 

Achillea millefolium. Assai diffusa nei prati asciutti che circondano il paese, dove in genere non supera i 50 cm d'altezza, e in forme più robuste anche più in alto nei monti. I fiori vengono utilizzati come la camomilla, avendo le stesse proprietà; pianta utilizzata anche per aromatizzare liquori.


 


Platanthera bifolia. Piccola orchidea dall'intenso profumo, sboccia da inizio giugno a partire dalle radure dei boschi di carpino e castagno nei pressi del paese, poi più in alto in siti non eccessivamente asciutti ed esposti al sole. Caratteristiche le due foglie alla base, ovali e verde intenso.





Anacampis pyramidalis. Vistosa piccola orchidea (non l'ho vista qui più alta di 40 cm), preferisce prati asciutti e soleggiati, non coltivati. Il colore intenso attrae gli insetti pronubi che contribuiscono alla fecondazione e diffusione della piantina. Fioritura dalla metà di giugno: il fiore ha una durata superiore rispetto ad altri della stessa famiglia.


 

 

Gynamdenia conopsea. Delicata orchidea frequente nei prati magri e freschi dal paese ai monti, con foglie basali lineari, fusti alti fino a 50cm, fiori piccoli e numerosi, dal bianco al rosa più o meno intenso al turchino. Caratteristico lo sprone lungo e sottile sporgente dall'ovario e ricurvo verso il basso. La maggior parte di queste orchidee emanano intenso profumo, come la G. odoratissima, che tuttavia ha lo sprone più breve, lungo quanto l'ovario.
 



Buphthalmum salicifolium. Madaléne. Presente nei prati asciutti e nelle pietraie dal paese ai monti, talvolta in gruppi numerosi che colorano i prati di giallo oro. E' pianta robusta e anche le infiorescenze durano relativamente a lungo. Ogni stelo porta alla sommità un unico capolino.
 

 


Helianthemum nummularium. Piuttosto frequente nei prati magri asciutti o aridi, soprattutto se l'erba è relativamente bassa, a partire da inizio giugno nei pressi del paese. I piccoli fusti, spesso prostrati, portano vari fiori delicati che schiudono scalarmente e durano poco più d'un giorno.

 

 

Lysimachia nummularia. Trovata in zona ombreggiata e fresca a livello de paese, dove i lunghi fusticini prostrati e le foglie rotondeggianti glabre formavano quasi un tappeto; zona non particolarmente umida o impregnata d'acqua: quello sarebbe l'habitat tipico. Fiori gialli simili a quelli della Lysimachia punctata. Un tempo veniva utilizzata per le proprietà astringenti.

 

 


Stachys alopecuros. Da inizio giugno, nei pressi del paese, nei margini dei boschi e tra i cespugli in zone relativamente fresche. Foglie basali lunghe 15-20 cm, ovato-triangolari con margine dentato. I fiori giallo chiaro in piccole spighe alla sommità degli steli alti fino a 50 cm. Specie officinale come altre varietà di betonica, veniva come queste chiamata stregona per le proprietà magiche loro attibuite; alla pianta sono comunque attribuite proprietà antibatteriche, astringenti, diuretiche e vulnerarie.
 


Phyteuma scheuchzeri.  Appartiene alle campanulacee, ma la forma è quella di una sfera da cui sembrano partire dei raggi blu (i fiori tubolosi); foglie lunghe e strette, lineari quelle del gambo. Varietà amante delle fenditure nelle rocce, assume spesso un aspetto cadente. Presente nelle rupi, dalle quote più basse ai monti.

 


Phyteuma orbiculare. Simile al P. scheuchzeri, preferisce prati magri soprattutto nella zona montana, anche se è presente sporadicamente sui prati magri nelle vicinanze del paese. Alto fino a 50/60cm, ha foglie lanceolate, alla base formanti una rosetta commestibile. Fiori blu azzurro numerosi in un capolino globoso; hanno corolla ad uncino piegata verso l'interno.

 


Phyteuma spicatum. Pianta piuttosto robusta, supera gli 80cm in altezza. Stelo persistente dopo che si è disseccato. Presente nella zona di montagna, nelle radure e nei boschi radi e freschi di faggio, ai margini dei boschi stessi. La spiga dei fiori, bianchi con sfumature tenui color giallo e verde, lunga 5-10cm, piramidale all'inizio prende poi forma cilindrica, man mano che sbocciano i fiori a partire dal basso. Le corolle in fiore presentano caratteristici ricci alle estremità. Le foglie della rosetta basale sono commestibili.



Thalictrum aquilegifolium. Predilige zone fresche sul margine dei boschi o al riparo dei cespugli; arriva a superare il metro d'altezza. Le pannocchie di graziosi strani fiori stellati, in seguito a pioggia battente, si appesantiscono al punto da provocare l'allettamento dei fusti. La pianta, appartenente alla pericolosa famiglia delle ranuncolacee, è velenosa.

 

 

Epilobium parviflorum. La pianta, con uno o più steli, ha foglie opposte e arriva a 50cm. I fiori, da rosa a rosa pallido, hanno quattro petali bilobati piuttosto profondamente. Ama ambienti freschi e anche umidi. A livello del paese notato un solo esemplare, numerosi invece sul monte, nelle faggete più rade. Pianta dalle riconosciute proprietà officinali, indicata nelle infiammazioni, in particolare dell'apparato urinario maschile.


Epilobium angustifolium. In colonie anche numerose ai margini del bosco in zone fresche e sassose, si diffonde rapidamente su aree disturbate da movimenti del terreno o da incendi. Fusti rossastri alti fin oltre il metro e mezzo, con foglie alterne lanceolate nella parte medio bassa e fiori rosso magenta che fioriscono dal basso, mentre all'apice ancora si formano i boccioli; i fiori hanno quattro petali e i due di sopra sono più grandi. I teneri germogli sono commestibili; ha proprietà antiinfiammatorie e sedative; trova uso contro tosse e disturbi alla mucosa della bocca e alla gola, e per curare varie disfunzioni gastrointestinali.

Adenostyles alpina. Fiorisce da luglio su aree montane umide, anche franose, e boschi di faggio radi e non esposti al sole. Alta sul mezzo metro, foglie ampie a forma di cuore, fiori rosa violaceo in corimbi alla sommità del fusto. La pianta è velenosa: contiene sostanze che danneggiano il fegato.




Galium rubrum. Esili fusti alti fino a 40cm nei prati e nelle radure più asciutte. Grappoli di piccoli fiori rosso cupo, su peduncoli che si staccano dai verticilli con 6/8 foglioline acute nella parte superiore del fusto. Come gli altri cagli    (galium), anche il rubrum ha piccoli fiori con quattro petali disposti a croce.

 


Linum viscosum. Nei prati aridi e magri dal paese al Tomatico, folti ciuffi con esili fusti alti fino a 40cm portano al vertice un ampio vistoso fiore rosa con screziature radiali più scure. Fiori leggeri che durano poco più di un giorno. Anche i semi di questa specie spontanea possiedono proprietà emollienti, rinfrescanti ed antiinfiammatorie. L'olio che se ne ricava protegge le arterie e previene patologie cardiovascolari.

 


Hieracium pilosella.(Pilosella officinarum). Erba dal tài. Alti fino a 50cm. gli esili steli portano alla sommità un'unica infiorescenza bordata da fiori (petali) giallo chiaro, mentre al centro li troviamo giallo carico. Le foglie della rosetta basale sono coperte sopra da ruvida peluria, sotto sono biancastre; un tempo erano usate in luogo dei cerotti per tamponare il sangue delle ferite ed il sangue di naso. Ha importanti qualità officinali: diuretica, antiinfiammatoria, espettorante ed antibiotica.

 



Borago officinalis. Erba non spontanea, viene coltivata negli orti per il suo uso in cucina. In molte zone (non l'ho notato a Porcen), sfuggita dagli orti, si è naturalizzata. Fiori d'un azzurro intenso, durano poche ore. Ritorno d'interesse per la sua coltivazione: dai semi si estrae l'olio gamma3 linoleico che ha varie applicazioni.

 

 

Securigera varia. Cresce abbondante in tutto il territorio porcenese, sui prati stabili magri, sulle scarpate, ai lati delle strade; diventa pianta invadente ove trova l'habitat ottimale.  Specie tossica, contiene una sostanza con azione cardiotonica.  Impiegata per consolidare scarpate, grazie allo sviluppo rapido delle robuste radici.
 



Veronica officinalis. Piccola pianta presente nelle radure e nei boschi, nei prati magri e tra i cespugli dal livello del paese ai monti. Veniva utilizzata contro dolori artritici, reumatici e allo stomaco. L'infuso degli scapi fioriti trova uso per tonificare la pelle. La piantina conobbe grande fama nell'ottocento, quando il suo infuso, detto the svizzero, veniva consumato al posto del costosissimo the cinese.

 


Anagallis arvensis. Nei pressi del paese su bordi di strade e sentieri; colonizza terreni smossi di recente. Esili fusti striscianti da cui emergono i fiorellini color rosso mattone. Un tempo utilizzata per preparati officinali vari, ora non più perché è stata verificata la sua notevole tossicità.
 



Astrantia major. Bellissimo fiore delle apiacee, assai frequente in particolare nelle radure, zone a cespugli, castagneti della fascia 500-1000metri. Veniva anche utilizzata come pianta medicinale, per le proprietà purganti e diuretiche. Pianta resistente e graziosa idonea alle parti in ombra dei giardini.

 


Ononis spinosa. Bonàja. Pianta con robuste spine e numerosi steli rossastri, alti fino a 40cm., con apparato radicale  assai robusto e sviluppato in lunghezza. Ai tempi della fienagione manuale era odiata perché, nella sistemazione del prodotto secco, provocava dolorose punture. Nei prati magri asciutti dal paese al monte, da fine giugno. E' pianta officinale dalle interessanti proprietà: antinfiammatoria, diuretica e depurativa; impiegata in particolare su eczemi e ulcere.


 

 

 

 


Filipendula vulgaris. Fusti sottili e ondeggianti al minimo soffio di vento, per l'effetto vela sul denso corimbo di soffici fiori bianchi con sfumature rosa. Le foglie basali sono molto lunghe e pennate. Presente ovunque nei prati asciutti ed esposti al sole.   Foglie (quando tenere) e radici usate per insaporire minestre e insalate. La pianta trova anche applicazioni officinali: i fiori vengono usati come diuretici e purganti.


 


Lilium bulbiferum. Gìlio de sant'Antòni. Pèpola. Cresce nei prati magri asciutti e nelle radure più luminose dal paese ai monti. Fusto con numerose foglioline lanceolate folte e piuttosto uniformi. Le piante più robuste arrivano a superare il metro, e portano fino a sei fiori alla sommità. Alle ascelle delle foglie più alte i bulbilli, che possono generare nuove piante. Fiori grandi, molto vistosi, da arancio chiaro a intenso con screziature. Diventa di anno in anno più raro: ammiratelo nel suo ambiente senza coglierlo.
 


Peucedanum oreoselinum. Apiacea diffusa nei prati asciutti, a tutte le quote nel territorio. Le foglie sono tipiche: molto frastagliate, e in modo diverso dalle altre ombrellifere che non siano Imperatorie. Gli steli sono cilindrici, resistenti, senza foglie in alto. I fiori, su ombrelle dai bei raggi, qui sono sempre bianchi.

 

 

Tanacetum corymbosum. Fiore simile alla margherita comune, tuttavia su  corimbi con 4/7 fiori, in cima allo stelo ben robusto. La durata del fiore è elevata rispetto a quella di tante altre piante. E' frequente, in particolare, nei castagneti radi e ai margini dei boschetti di carpino.

 

 


Sedum acre. Forma talvolta macchie di tappeti giallastri (giallo-verde tenue le foglioline, giallo splendente i fiori) sui bordi e le fessure di muraglie, su luoghi aridi e sassosi che colonizza preparando il terreno ad altre piante. Proprietà officinali: riduce la pressione sanguigna, calmante, diuretico. Sapore bruciante, da evitare in cucina, anche perché contiene alcaloidi tossici.
 

 

Sedum album. Pianta succulenta si accompagna spesso al Sedum acre; inizia la fioritura quando questo è nella fase terminale. Poco più alto del Sedum a fiori gialli, ha steli e foglioline bianco rosati, come pure i piccoli fiori nelle infiorescenze terminali a corimbo. Presente nelle muraglie e su zone aride e soleggiate. Pianta con proprietà antiinfiammatorie; evitarne il consumo, perché leggermente tossica.
 



Galium lucidum. Cresce a gruppi ai margini di boschi e zone asciutte a cespugli. Le foglie, in verticilli di 6-8, sono più grandi che in altri Galium, glabre (da cui il nome lucidum) e verde carico. Fusti per lo più retti, alti circa 40cm, con al vertice le spighette di minuti fiori bianchi, per lo più piegate




Galium verum. Fiorisce da metà giugno in tutti i prati stabili magri asciutti attorno al paese e fino al monte, colorandoli con vistose fioriture a  macchie gialle. Veniva utilizzato per "cagliare" il latte al fine di ricavarne il formaggio. Pianta officinale dalle interessanti e molteplici proprietà: diuretica, contrasta i calcoli renali e alla cistifellea, utile nelle dermatosi. Dà coloranti (giallo dalla pianta, rosso dalle radici) per alimenti e tessuti.

 



Teucrium chamaedrys. Piccola pianta con base legnosa, cresce frequente in gruppi numerosi su luoghi aridi: bordi superiori dei muri e loro fessure, scarpate petrose e rocce. Fiori da rosa pallido a rosa carico. Usato un tempo quale rimedio a numerosi malanni e nella fabbricazione dei liquori, oggi viene evitato per i danni che arreca al fegato; su Actaplantarum.org troviamo infatti "...componenti i diterpeni neoclerodanici che sono responsabili di epatiti acute, croniche e fulminanti"    
 



Scrophularia nodosa. Cresce nelle zone ruderali, di preferenza fresche e ombreggiate; ha dei tubercoli nelle radici, da cui il secondo nome; il primo (scrofularia) ricorda che tutte le piante della famiglia, ma in particolare proprio questa, trovavano impiego nella cura delle "scrofole": così si indicavano i disturbi della pelle e delle mucose. Si usano fiori e foglie per farne decotti, infusi, polveri da usare contro svariati disturbi, in particolare per ridurre l'ingrossamento delle ghiandole linfatiche. L'uso improprio della pianta può provocare disturbi gravi, come vomito violento. La pianta ha un tipico odore (per me rivoltante).

 

 

Carduus personata. Trovato sul monte a 1300 metri, lato strada. L'infiorescenza è formata da numerosi capolini disposti anche perpendicolarmente l'uno all'altro. Foglie tutte cauline, ovato lanceolate, su fusto che in alto si suddivide in vari fusticini. Le spine, su fusto, foglie e fiori, non sono particolarmente robuste e pungenti.

 

 

Campanula glomerata. Frequente, ma non a gruppi, ai lati di sentieri e strade di campagna, nei prati magri soleggiati, tra i cespugli. Variabile nel colore dal bianco (raro) al violetto, ma non confondibile con altre campanule grazie al glomerulo di fiori all'apice del fusto.

 



Campanula persicifolia. Diffusa in tutto il territorio del paese, è la "canpanèla" per antonomasia. Pochi fiori grandi e leggeri nel racemo in cima al fusto esile e lungo, che ondeggia al minimo soffio di vento. Preferisce i prati asciutti e le radure nei boschi.



Campanula spicata. Pianta imponente, può arrivare all'altezza di 1m, e si piega soprattutto nei ripidi pendii. Fusto e foglie pelosi, numerosi fiori viola chiaro fin dalla parte bassa del fusto, ove staccano brevi rami con fiori. Presente nella parte montana, fiorisce da fine giugno.




Cichorium intybus. Radìcio. Nel secondo anno di vita, talvolta anche nel primo, la famosa pianta dei radìci dal bόn emette un robusto gambo, alto fino a due metri e ramificato nella metà superiore: la va in seménfha. I fiori grandi, celesti, durano un sol giorno. La cicoria non è importante solo per l'assiduo uso che se ne fa in cucina; interessanti anche le sue proprietà officinali: antiinfiammatoria, tonica e rinfrescante per il fegato, è un efficace depurativo dell'organismo. Le sue grosse radici, tostate, sono state usate come surrogato del caffè.

 

 


Prunella vulgaris. Piantina che non supera i 20 cm, frequenta prati freschi con erba non troppo folta e alta; presente nel territorio del paese, in cui fiorisce da luglio. La breve spiga di fiori blu (è una Lamiata) è sorretta da due foglie opposte. Come molte lamiate anche la Brunella possiede interessanti proprietà: cura congiuntiviti, pressione elevata e mal di testa; usata pure per aromatizzare la grappa.


 


Medicago sativa. Erba medica. Spagna. E' la più nota foraggera, spontanea a chiazze qua e là attorno al paese nei prati coltivati non troppo umidi. Interessanti anche le sue proprietà officinali: ricca in minerali e vitamine, ricostituente, antiossidante, diuretica, depurativa; riduce il livello di colesterolo e cura l'osteoporosi. Se ne ricava vitamina k, clorofilla e carotene. Usata anche in cucina. Gli steli raggiungono i 70 cm.

 

 

Medicago falcata. Erba medica dal fiore in racemi gialli, con dimensioni ridotte rispetto alla più importante M. sativa. E' anche meno diffusa, e limitata a zone marginali aride.
 

 



Medicago x varia. Su bordi di sentieri e dei muri, in aree aride. Steli per lo più piegati, nei muri scendono verso il basso. Le infiorescenze presentano colorazione dal giallo al verde al blu scuro, con splendidi riflessi metallici. Ibrido naturale tra M. sativa e M. falcata.

 


Medicago prostrata. Steli sottili che non reggono i racemi di fiori gialli e si adagiano sul terreno; dai bordi delle muraglie assolate, su cui cresce, scende a coprire le pietre. I racemi sono di dimensioni ridotte rispetto alla M. falcata, ma più numerosi e danno vita a vivaci macchie gialle.
 

 

Lathyrus pratensis. Il fiore è simile a quello della M. falcata, ma il fusto con cirri ci dice che non è una medica. Anche l'habitat è diverso: il Lathyrus infatti preferisce aree fresche e umide.



Polygonum bistorta. Frequente nelle praterie sul monte, fusto con poche foglioline che si riducono verso il culmo. Fiori in compatte spighe cilindriche, lunghe 3/5cm, in cima ai fusticini. Utilizzata per preparati che combattono le infiammazioni, in particolare quelle intestinali.



Senecio viscosus. Presente nelle aree disturbate: frane, greti sabbiosi, scarpate, lati delle strade (la pianta dell'immagine ripresa su una pista aperta nei boschi a 1300m in Fherbotàna).  Le foglie, se strofinate, diventano appiccicose (di qui il nome); cosa da evitare per la tossicità della pianta.



Eupatorium cannabinum. Pianta perenne con numerosi fusti fogliosi alti fino a oltre 150cm, sormontati da vari corimbi di fiorellini rosa chiaro. Ama le zone fresche e umide, le ripe di torrenti e ruscelli, dove può diventare infestante. Fiorisce da luglio. Pianta dalle proprietà officinali controverse: se da un lato presenta componenti che la rendono un efficace depurativo, lassativo, espettorante, anticancerogeno e febbrifugo, dall'altro contiene sostanze molto dannose per il fegato.

 


Daucus carota. Apiacea (ombrellifera) di medie dimensioni, con foglie e fusti tomentosi; fusti spesso non ramificati, con unica ombrella di fiori bianchi. Nel centro dei fiori più grandi, talvolta si trova un caratteristico fiore color porpora scuro. Dopo la fioritura l'ombrella si raggrinzisce formando una depressione al centro. Assai interessante per le molteplici proprietà officinali e culinarie. Decongestiona l'apparato digerente e stimola la diuresi, combatte calcoli urinari e cistite. L'olio ricavato dal Daucus trova impiego nei prodotti cosmetici per la cura della pelle. L'olio ricavato dai semi trova uso nella fabbricazione dei liquori.
 

 


Hypericum perforatum. Iperico. Piantina che può raggiungere l'altezza di un metro, con l'aspetto di piccolo cespuglio. Foglioline sempre opposte sul fusto, che nelle piante meno giovani presenta molte derivazioni. Fiori giallo oro, satinati, su pannocchie che si appesantiscono con la formazione dei semi. Assai importanti le sue proprietà officinali: cura le lesioni ai nervi, la depressione, è efficace disinfettante e antidolorifico.
 



Teucrium montanum. Fiorisce da metà luglio a partire dal livello del paese, su tutto il territorio. I brevi fusti con foglioline spesse sono schiacciati al suolo, e si caricano di fiori bianchi a corolla zigomorfa con un grande lobo mediano concavo. Pianta officinale con proprietà toniche, antiossidanti, benefico per l'apparato digerente.



Clematis recta. La pianta non raggiunge altezze superiori al metro e i getti dell'anno disseccano; assume quindi il portamento di piccolo arbusto, a differenza della simile C. vitalba, che in forma di liana può raggiungere dimensioni notevoli. Piuttosto rara, la pianta, tossica come tante ranuncolacee, è efficace contro i reumatismi. Il contatto può causare irritazione e vesciche alla pelle.


 


Verbascum thapsus. Tasso (barbasso). Robusta pianta biennale, nel secondo anno emette un fusto robusto, che può arrivare a due metri; nella metà superiore sbocciano i vistosi racemi di fiori gialli con centro più scuro; il fusto può essere ramificato. Foglie coperte da peluria che dà loro un colore verde chiaro. Ama zone sabbiose, con pietre, scarpate smosse di recente; diffuso su tutto il territorio. Come molte scrofulariacee, il tasso trova vari impieghi nella farmacopea: ha proprietà rinfrescanti, espettoranti, antidolorifiche, antisettiche. Apprezzato componente dei farmaci che combattono tosse e catarro.

 


Dianthus monspessolanus. Delicato garofanino, diffuso su prati asciutti e aridi e sulle fenditure delle rocce, a tutte le quote. Gli steli, sottili e lunghi anche più di mezzo metro, si piegano sotto il peso dei due/tre o anche dell'unico fiore; Il colore varia da bianco a rosa, i petali sono sfrangiati; il profumo è intenso e gradevole, in particolari momenti si sente anche a distanza.


 


Centaurea nigrescens. Strofhacavài. Diffusa nei prati fertili, ma non con eccesso di azoto,  attorno al paese, produce un buon foraggio nell'ardiva, il secondo taglio. Le corolle, che sbocciano da involucro con squame punteggiate di nero, sono di colore vario: da rosso porpora intenso a rosa chiaro, specie nella parte centrale dell'infiorescenza. Si combina con altre centauree, dando origine a numerose varietà intermedie.


 

Carduus defloratus. Alto fino a oltre un metro, presenta un unico capolino di un bel rosso magenta al vertice dello stelo non ricoperto di spine come altri cardi; lo stelo può presentare delle divisioni in basso, non nella metà superiore.



Centaurea scabiosa. Robusta pianta, presente dal piano fino ai prati nel monte; frequenta anche radure, zone cespugliose, limite delle boscaglie. Involucri delle infiorescenze duri e protetti da squame. Il fiore può essere anche grande, color porpora, con lunghe sfrangiature. Alla pianta venivano riconosciute proprietà diuretiche e toniche; ritenuta efficace per combattere la scabbia.


 


Anthericum ramosum. Piccolo giglio dai candidi fiorellini sui rami che si staccano nella parte superiore del fusto, glabro, tenace e nudo come i rami. Anche se i singoli fiori han breve durata, la fioritura dura a lungo perché avviene in tempi diversi sui vari rami. Presente su tutto il territorio, fiorisce da metà luglio.
 

 

Laserpitium siler. Robusta apiacea, cresce sulle cime asciutte e assolate, in particolare dal Sassumà a Cima Gàvit (a Est del M. Santo). Facilmente riconoscibile, forma compatte ed ampie piante con caratteristiche foglie alte anche più di mezzo metro color verde chiaro e glabre. Le ombrelle floreali bianche si elevano sopra la compatta superficie fogliare. Ho notato una enorme pianta di Laserpitium sulla cima del M. Peurna, fuori del territorio di Porcen, a Ovest del M. Sassumà.

 

Gentiana Lutea. La genziana maggiore è pianta a rischio ovunque, per l'eccessiva "raccolta" che se ne fa: in effetti vengono strappate le sue radici. Incontrata a Sud dello spartiacque, sulle Pale, ove un tempo i paesani scendevano per tagliare l'erba con la "messora", per poi portarla su a seccare sulle cime.

 

 

Allium schoenoprasum. Pianta piuttosto vistosa per le evidenti numerose infiorescenze rosa su steli sottili tubulosi, così come le foglie, alti sui 50 cm. Notato in vari gruppi sul tratto sommitale presso il M. Santo. Pianta commestibile come altre varietà di aglio, è più delicata di queste, e viene pure usata per insaporire prodotti come il formaggio. Pianta officinale, particolarmente indicata nella cura e prevenzione del'apparato cardiovascolare.

 

Prenanthes purpurea. Steli sottili alti fin oltre un metro, con piccole foglie lanceolate amplessicauli. Capolini penduli, dal vivace colore viola purpureo. Preferisce le fresche radure o i boschi radi di faggio anche su monte. Trovata anche a livello del paese, tra i castagni. Vista fiorire ala fine di luglio.

 

 

Xanthoselinum venetum. Apiacea con robusto fusto spesso più alto di un metro, con ombrelle bianche; i vari raggi dell'ombrella sono caratterizzati da peduncoli divergenti che si notano, osservando dall'alto, al centro delle ombrellule. Foglie fino a 4 volte pennato sette con lamina romboidale. Predilige zone di confine tra il bosco e le praterie, come sula sommità dellla dorsale dal Sassumà al Tomatico. Fioritura da fine luglio a settembre.

 

 

Galium purpureum (Asperula purpurea). Fusticini prostrati alla base, rossastri, ripiegano verso l'alto con molte sottili ramificazioni assai ricche di piccole foglie verde giallastro. Alle estremità dei rami i piccolissimi fiori porpora scuro. Presente su tutto il territorio.
 

 

Lysimachia vulgaris. Fiorisce a luglio, nelle zone umide e lungo i ruscelli vicino al paese. Fiori ben evidenti e numerosi sulle pannocchie: sono di un giallo oro satinato. Usata un tempo per le proprietà medicinali come febbrifugo e per curare gli ascessi. Spesso presente e coltivata anche nei giardini.





Knautia drymeia. Nei prati, nelle scarpate anche sassose, vicino a cespugli e nel limite del bosco: preferisce zone in ombra o mezz'ombra. I capolini rosso lilla sono emisferici, e formati da numerosi piccoli fiori: quelli del bordo hanno colore più intenso e petali maggiormente sviluppati.

 


Scabiosa triandra. "Parente" della Knautia, ha tuttavia un habitat del tutto diverso: ama infatti luoghi secchi e aridi e prati esposti al sole; anche le foglie sono diverse. Presente da luglio in tutto il territorio del paese, trae vantaggio dalle ondate di calore del solleone che bruciano le erbe più alte, e rifiorisce fino ai giorni freddi dell' autunno inoltrato.  Capolini fiorali simili, ma ridotti rispetto a quelli della Knautia; inoltre, almeno nei dintorni di Porcen, il colore è sempre da viola chiaro a viola carico. Unico capolino al vertice di lungo fusto sottile e coriaceo, senza foglie.


 

Pimpinella major. Questa apiacea colora di bianco e profuma intensamente l'ardiva, nel mese di luglio, nei prati freschi. Ha portamento più minuto e snello rispetto a cerfoglio e cicuta, che si trovano nel fén maggengo; arriva comunque a 1m d'altezza. Nei prati attorno al paese ho visto solo il colore bianco nei fiori; nelle malghe sul monte prevale il colore rosa. Proprietà officinali: trova applicazione come disinfettante del cavo orale, espettorante e digestivo.

 

Heracleum sphondilium. Panace. Pèca de ors. Robusta apiacea, è presente in tutto il territorio, nei luoghi idonei alla specie. Preferisce prati e radure fertili, non luoghi secchi. Supera in altezza i due metri; le sue ombrelle possono avere un diametro superiore a 20cm. (Heracleum da Ercole, simbolo del vigore!); ha anche un gradevole profumo.  Importanti le caratteristiche officinali: il nome italiano lo indica come...panacea! Favorisce la digestione, è calmante, cura le bronchiti. La radice, al pari del ginseng, è ricca di efficace afrodisiaco. I semi secchi, macerati nell'alcool, danno ottimo liquore. Contiene una sostanza che irrita la pelle. I teneri germogli sono commestibili: si possono cuocere o mangiar crudi. Tra noi anziani paesani, chi non s'è sentito dire, da piccolo, "Va à catàr na brancàda de pèca de ors pài conìci"? Le foglie sono infatti predilette dai conigli.
     



Pastinaca sativa susp urens. Erba restèla, fanocèra. Ombrellifera frequente nell'ardiva, in determinate situazioni provoca ustioni alla pelle. "...Non va assolutamente usata in cucina...", a differenza della varietà Sativa di cui si consuma il gustoso fittone e anche le foglie. Nella nostra zona sembra prevalente la varietà urens; le "ustioni", eritemi da essa provocate, si manifestano con bolle sulla pelle dopo un contatto, sopratutto quando si è sudati; solo un grande esperto riesce a distinguere tra le due varietà Sativa sativa e Sativa urens. Responsabili di questi effetti sono le furanocumarine (sostanze prodotte in modo particolare dalla Pastinaca urens come difesa da attacchi fungini), che captano la radiazione solare ultravioletta. Quando le furanocumarine  "entrano in contatto con insetti o mammiferi modificano, sotto l'influsso luminoso, la loro struttura molecolare provocando la liberazione di radicali liberi che attaccano il DNA delle cellule della pelle e ne impediscono la loro normale funzione" http://www.fungoceva.it/erbe_ceb/Pastinaca_sativa.htm. Le furanocumarine erano presenti in farmaci utilizzati per combattere dermatiti, finché non sono state riconosciute causa di un forte incremento di melanomi. Sono presenti, in misura meno massiccia, anche in altre ombrellifere, tra cui la Pèca de ors.


 

Circaea alpina. Piccola pianta amante dell'ombra, si trova nella montagna sopra i 600m. Foglie opposte cuoriformi, sopra le quali si erge un delicato stelo con una spiga di fiorellini bianchi, macchiati di porpora alla sommità. Fiorisce in luglio/agosto.



                                            
Gentiana cruciata. Diffusa su prati, bordi di sentieri, radure purché asciutti. Le belle infiorescenze portano una decina di fiori di un delicato colore azzurro tenue. I 3-4 fusti, con foglie opposte ravvicinate, arrivano fino a 20 cm. Anche questa pianta ha le proprietà medicinali per cui son note le genziane di dimensioni maggiori.

 


Epipactis helleborine. Graziosa orchidea dei boschi di latifoglie, alta fino a un metro. I fiori sono numerosi sulla parte superiore dello stelo, inizialmente arcuato; sono color verde/giallo, con sfumature violacee. Foglie ellittiche  decrescenti salendo in alto sul fusto. Notevole variabilità nei colori dei fiori e nelle foglie.

 



Epipactis atrorubens
. Questa orchidea si trova nelle radure, nei boschi radi sopra i 500m, in zone non umide. Fusto non rigido, con foglie avvolgenti il fusto e decrescenti con l'altezza nella metà inferiore e la spiga coi fiori nella metà superiore. La pianta ha altezza media di 50 centimetri circa. La fioritura da luglio ad agosto, col variare dell'altitudine.
 


 

Allium carinatum. Fiorisce da metà luglio a livello del paese. In cima a ciascun piccolo fusto lo scapo con fiori turchini retti da peduncoli curvi lunghi da 1 a 2cm e bulbilli. Ha proprietà officinali analoghe a quelle di altre varietà di aglio: depurativo, stimolante la funzione gastrica, antisettico e ipotensivo. E' commestibile.
 

Mentha longifolia.  Pumiól. Nella parte terminale dello stelo brevi infiorescenze, composte da numerosi fiori celeste chiaro, molto piccoli. La pianta ha le stesse proprietà diuretiche e digestive della M. piperita. Usata anche in cucina per aromatizzare salse, insalate e bevande; i ramoscelli venivano messi nelle stanze per dare profumo.



Angelica sylvestris. Grande e robusta ombrellifera (anche oltre il metro e mezzo), ama luoghi freschi e in ombra. Maggiormente diffusa nella fascia 600-800m, ha fusto cilindrico cavo, con sfumature rosso violacee. Fiori bianco verdastri in piccole ombrelle centrate su ombrelle molto ampie. Pianta officinale, indicata per risolvere disturbi alla digestione e combattere la tosse. Varie parti della pianta giovane trovano uso in cucina.



Ligusticum mutellina. Presente nella parte più alta dei monti di Porcen, dove le faggete lasciano spazio ai prati sommitali. Pianta massiccia, ma non molto alta (fino a 50cm), con foglie finemente seghettate, fusti con tratti rosseggianti, fiori in ombrelle fitte e massicce, quella centrale, in cima al fusto, più grande. Fiori piccoli con boccioli rosso/rosa, bianchi alla fioritura. Quando abbonda nei pascoli dà un sapore tipico ai formaggi prodotti col latte delle mucche che se ne sono nutrite. La radice contiene sostanze con proprietà digestive e diuretiche.





Aconitum lycoctonum (A. vulparia). Nei margini dei boschi, nelle radure, tra i cespugli in ambiente non arido; più frequente sulla zona montana. Fusto alto fino a 1,5m con ramificazioni che portano pannocchie di fiori giallo pallido, più alti che larghi. E' tra le nostre piante più velenose, in tutte le sue parti; anche al solo tatto può recar danno.




Traunsteinera globosa. Presente sui prati nel crinale da M. Santo a M. Sassumà, questa piccola orchidea (30-40 cm) sboccia a luglio. I fiori, su spighe che a fioritura completa hanno forma quasi sferica, sono relativamente piccoli e con sperone breve. Sono color rosa più o meno carico, con macchie più scure nella fauce.





Lilium martagon. Uno dei fiori più noti e rappresentativi delle nostre montagne; nel monte di Porcen è presente nelle faggete meno folte e loro radure, ai margini dei boschi e dei cespugli. Fusto alto fin oltre il metro, con due o tre verticilli di foglie nella metà inferiore; di sopra i grandi fiori, con sepali arricciati verso l'alto, in un racemo che può portare oltre dieci elementi; sei stami sporgenti con antere ricoperte di polline rosso scuro. Il profumo è forte e non da tutti gradito. Il bulbo del giglio martagone è ricercato dai cinghiali: grosso pericolo, quando numerosi, per questa pianta. Per le proprietà officinali la pianta viene utilizzata in erboristeria.




Trifolium rubens. Presente nelle radure e nei prati al margine di boschi freschi e ricchi di terra; fusti sottili alti fino a 50cm con foglie alterne e le tre sezioni allungate e strette. Capolini allungati a cilindro o cono, con numerosi fiori rosa-rossi. Presente dal livello del paese, ove è raro e localizzato, alla montagna ove è più frequente. Pianta officinale, trova impiego contro ogni forma di infiammazione.



Arctium minus. Fiorisce a luglio sui monti dove è maggiormente diffusa, la Bardana minore. Radure dei boschi, scarpate e bordi delle strade di montagna e in particolare i pascoli, nelle stesse aree infestate dal veratro fiorito un mese prima, sono le zone ove è presente. Fusti alti anche più d'un metro, fiori in capolini raccolti in corimbi nella parte terminale del fusto. Alla pianta vengono riconosciute varie proprietà (diuretica, lassativa, antibatterica,...); se giovane è anche adatta all'uso in cucina.



Bupleurum ranunculoides. Presente nei prati soleggiati sul crinale tra M. Sassumà e M. Santo. Ombrellifera gracile, con fusto sottile, glabro, ramificato fin dal basso e foglioline glabre lanceolate. Piccoli fiori giallo verdi su piccole ombrelle; fiorisce, nella zona del ritrovamento, a metà luglio.




Senecio cacaliaster. Pianta robusta, alta fin oltre il metro, con foglie lanceolate ed alterne fino alla parte finale, ove si staccano numerosi ramoscelli che recano in cima corimbi di capolini che portano fiori tubulosi e due-tre fiori ligulati. Piuttosto abbondante nella zona di ritrovamento (radure tra i faggi sopra 1300m). Contiene alcaloidi tossici (dannosi al fegato e cancerogeni) trasmissibili anche attraverso miele e latte.




Clinopodium grandiflorum. Nelle faggete della parte di montagna è presente questa labiata, alta sui 30 cm. Il fiore color rosa, più chiaro nella fauce e con macchie nel labello, è di dimensioni maggiori, specie in lunghezza, rispetto a quello di altre labiate simili.



Clinopodium alpinum. Piccola pianta alta fino a 40cm, forma chiazze corate di blu negli aridi prati di montagna in cui è presente. Foglie e fusticino ricoperti di peli. Notato il solo colore blu dei fiori, con screziature più chiare. Alla pianta sono riconosciute varie proprietà officinali; utilizzata anche per infusi e tisane.



Clinopodium vulgare. Presente e diffuso in tutto il territorio, in particolare nei prati freschi non eccessivamente fertili vicini al paese. Non supera i 40 cm; i fiori, da rosa carico a violetto chiaro con fauce tomentosa, sono disposti al vertice e sulle ascelle delle foglie che sono opposte. Come tante altre labiate ha proprietà officinali: stimolante e tonico.


 


Clinopodium nepeta. Menta. Mentuccia. Steli sottili, inclinati, prostrati o cadenti (sui muri), con peluria anche sulle foglie. Fiori solo sulla parte superiore, viola chiaro con macchie più chiare e scure nel labbro inferiore e con peli nella fauce. Presente nel territorio nelle zone aride, petrose, assolate, anche abbondante nei luoghi adatti, ove fiorisce dalla tarda estate fino all'autunno. Il profumo di menta è molto intenso e penetrante. Ha proprietà digestive, febbrifughe, antispasmodiche. Usata anche nella preparazione di liquori e in cucina per insaporire pietanze.

 


Clinopodium ascendens. Simile alla specie precedente, se ne differenzia per la corolla rosata, l'assenza di peli nella fauce, i luoghi in cui cresce (sempre asciutti e assolati, non aridi e petrosi; spesso nei prati magri). Medesime proprietà della mentuccia; il profumo è un po' meno intenso.

 

 

Verbena officinalis. Nelle scarpate, accanto a piste e nelle fessure dell'asfalto, in ambienti ruderali. Steli ramificati fin dal basso, con rami alle ascelle fogliari. I fiori, nelle parti terminali dei rami prive di foglie, sono viola pallido. La pianta ha importanti proprietà officinali: amara, rinfrescante, diuretica, antiinfiammatoria, analgesica. Tranquillante naturale, migliora anche il funzionamento di fegato e cistifellea.
 


Campanula trachelium. Alta fin oltre un metro, in zona è presente soprattutto tra i cespugli, nelle radure, a lato di strade e sentieri. Due/tre fiori alle ascelle delle foglie sullo stelo. Le foglie verde carico hanno dimensione lievemente ridotta verso la sommità degli steli, che sono piuttosto robusti; fiori da viola a viola chiaro, fioriscono spesso a cominciare dalla parte apicale.


 



Campanula rapunculoides. Presente in tutto il territorio, anche se non frequente, nelle radure, ai margini delle strade, tra i cespugli. Fiori a campana allungati, color viola blu. E' commestibile: vengono usate come verdura le foglie tenere della rosetta basale.

 


Vincetoximum hirundinaria. Pianta che ama i boschi radi, sopratutto di carpino, e i loro margini, specie se il terreno è sassoso e asciutto. Fusto esile con foglie opposte, fino al corimbo finale composto da piccoli fiori bianchi non numerosi; il fusto alto fino a un metro, inizialmente eretto, gradualmente si piega. Assai tossico (provoca la morte), era considerato un antidoto al micidiale veleno dell'aconito: probabilmente era considerato positivo il fatto che alleviasse i dolori provocati dall'aconitina, pur non cambiando l'esito mortale.

 


Impatiens glandulifera. Bèi omin (bèi òn). Sfuggita ai giardini, la pianta originaria dell'Himalaya ha conquistato rapidamente ampi spazi nei luoghi freschi e ombrosi lungo fiumi e torrenti e ai margini dei boschi. Cresce rigogliosa fin oltre il metro e si diffonde anche grazie al sistema dell'involucro che scoppia sparando i semi fino a 7 metri di distanza. Da essa si ricaverebbe un estratto utile per ammansire gli "impazienti".



Serratula tinctoria. Varietà di asteracea tipica dei boschi radi misti di castagno, carpino, sorbo e faggio, a partire dal livello del paese o poco più in alto. Fusti esili e alti con numerosi (ne ho contati fino a 50) piccoli capolini dalla forma allungata; fiori color rosa intenso. Capolini protetti da involucro con tipiche squamette bordate. Pianta officinale (proprietà vulnerarie e astringente) e commestibile; da essa si ricava un pregiato colorante giallo per tessuti.
 

 

Centaurea jacea ssp. gaudinii. Diffusa, ma non molto frequente, su tutto il territorio di Porcen. Alta fino a 50/60cm; fusto con foglie lanceolate. Sia le foglie che il fusto sono ricoperti di una caratteristica peluria che dà un aspetto biancastro alla pianta. Anche i capolini sono chiari, con robuste squame sporgenti dall'aspetto satinato; fiori da rosa carico a rosso porpora. Pianta medicinale con proprietà digestive, diuretiche, tonificanti.
 

 


Galeopsis speciosa. Lamiacea presente dalla periferia del paese alla montagna. Fiori giallo chiaro con elmetto villoso, lobo inferiore viola sotto una fauce con screziature giallo oro e viola. Foglie lanceolate più ampie nella parte bassa del fusto. Frequente e abbondante da fine agoosto nelle radure incolte e margini dei boschi. Dai semi si ricava un olio usato come smalto per la pelle; pianta velenosa, provocherebbe paralisi.

 


Melanpyrum nemorosum. Erba mora. Spighe rade con fiori gialli; le foglioline apicali hanno un vivace color vinaccia. Veniva chiamata erba mora perché essiccata diviene quasi nera. Ai tempi dell'esplosione demografica e delle terribili condizioni di miseria, aggravate anche dalle due guerre (1870/1950 circa) veniva cercata e tagliata col falcetto sui boschi e nei valloni sul monte, per alimentare le vacche.



Dorycnium pentaphillon
. Per lo più su ambienti umidi, forma anche tappeti compatti, con le fogliette glabre verde chiaro e i fiori bianchi che sfumano sul verde pallido. Non è frequente: diffuso solo nelle zone ottimali per le sue esigenze. Contiene efficaci componenti antispasmodiche e sedative.


 
Stachys officinalis. Betonica. Presente su tutto il territorio, anche se non frequente perché preferisce terreni acidi; si trova ai margini di boschi, nelle zone con cespugli e nei prati non coltivati. La betonica, con densa spiga di fiori rosa carico, ha interessanti proprietà officinali, e un tempo era usata come rimedio per numerosi malanni, mentre ora è piuttosto trascurata. Tra le altre, possiede proprietà sedative, cicatrizzanti, sudorifere; cura infezioni alle gengive, contusioni e ascessi; elimina l'acido urico.

 



Cyclamen purpurascens. Il noto ciclamino è presente dai boschetti a livello del paese fino alle quote sommitali, nei boschi di faggio. Anche se non supera i 15 cm, si fa notare perché cresce ove l'erba è bassa, o addirittura assente come nei boschi più fitti, per il vivace colore e per le foglie variegate. Intenso il suo profumo. Un tempo impiegato per curare affezione alla pelle o come purga; ora è accertata la sua tossicità. Tipico il frutto: un bulbo in miniatura avvolto a spirale dal peduncolo, che lo deposita sul terreno.

 


Cirsium erisithales. Cresce nella montagna: nelle radure dei boschi, negli anfratti ricchi di humus delle rocce, lungo le strade, purché luoghi non aridi. Somigliante al Cirsium oleraceum, da cui lo distinguono le lunghe foglie basali pennato partite. I fiori, giallo verdastri, non sono molto appariscenti. La pianta è quasi del tutto priva di spine.


 

 

Cirsium vulgare. Pianta spinosissima, con foglie strette irte di aculei. Capolini fiorali a forma di pera, spinosi, con fiori (anche tre-quattro) color rosso porpora, alla sommità del fusto spinoso alto oltre il metro. Presente su scarpate, come quello dell'immagine a lato della strada del Pìfh a oltre 1000 metri di quota.

 

 


Melilotus albus. Presente qua e là in luoghi freschi e umidi, come margini dei boschi, lati riparati di strade e incolti a livello del paese. Infiorescenze formate da numerosi racemi terminali con tanti piccoli fiori bianchi. Ha proprietà farmacologiche antisettiche e sedative. La tisana di M. albus assicura lunghi sonni tranquilli.
 




Stachys recta. Ha una spiga più rada della betonica; i fiori sono gialli con macchie scure, le foglie di un verde meno intenso, e gradualmente decrescenti verso l'apice. Ama le zone petrose e gli anfratti nelle rocce. Le proprietà officinali sono le stesse della betonica.







Stachys sylvatica. Sul monte, a partire dagli 800 metri. Fusto e foglie con peli; foglie opposte più piccole man mano che si sale sul fusto. Spiga non fitta, coi fiori alle ascelle delle foglie. Colore porpora con screziature. Anche questa pianta ha proprietà diuretiche, sedative e antispasmodiche.




 


Epilobium dodonaei. In cespi anche consistenti nelle zone idonee, presente in particolare su aree asciutte ghiaiose e con sassi. Fusti rossastri alti fin oltre il metro, con foglie lineari, che ricordano quelle de rosmarino, nella parte medio bassa e fiori rosso-rosa nella parte terminale; i fiori hanno quattro petali disuguali.




Linaria vulgaris. Assai somigliante alla bocca di leone, della stessa famiglia, se ne differenzia per la presenza di uno sperone dietro il fiore. Su macereti, terreni smossi, scarpate (come quella dell'immagine, a 800m di quota). Interessanti le sue proprietà farmacologiche: è attiva per il fegato, essendo diuretica, depurativa e lassativa; efficace nella cura di vari problemi della pelle. Si può fare un'insalata con i  suoi fiori.


 



Origanum vulgare. Erba aromatica dal profumo molto intenso, è anche ricca di nettare. Trova importante impiego sia come pianta officinale che nella cucina. Le sostanze contenute nell'olio essenziale la rendono efficace come disinfettante, stimolante, digestiva; usata per combattere influenza, cattiva digestione; molteplici le applicazioni per "uso esterno" : bronchite, dolori muscolari e articolari, infiammazioni a gengive e cavo orale; cura e disinfetta ferite e ulcerazioni e riduce gli inestetismi della pelle. In cucina trova impiego come aromatizzante per liquori ed è di fondamentale importanza per numerosi piatti (pizza, pesce, carne, formaggio...). Fiorisce da fine luglio; frequente sul monte sopra gli 800 metri.

 

 

Digitalis grandiflora. Alta fino a 80cm, cresce su radure luminose e rocce farcite di terra e humus. Stelo con peli, foglie alterne e più piccole verso il colmo, racemo con fiori unilaterali (guardano verso la zona più luminosa) nel quarto superiore. I fiori tubolosi hanno tre sporgenze nella parte inferiore; all'interno una tipica retina bruna su fondo giallo chiaro. Importante, come le altre digitali, per le sue proprietà officinali: ricca di sostanze cardiotoniche e di alcaloidi altamente tossici; per la pericolosità derivante dall'impossibilità di dosare correttamente le componenti, non deve essere utilizzata come cardiotonico o diuretico.



Salvia glutinosa. Nelle radure, tra i cespugli, al limite dei boschi; zone non eccessivamente umide, su terreno ben drenato ricco di humus. Presente in tutto il territorio del paese, in particolare nei boschetti alle quote più basse. Foglie basali grandi, più piccole verso la sommità. Fiori profumati giallo chiaro con screziature rosso bruno, in verticilli nella metà superiore del fusto. Le foglie hanno proprietà emollienti.


 


Solidago virgaurea. Fusto esile, ricco di piccole foglie anche tra i brevi racemi che in alto si staccano dallo stelo principale. Numerosi i minuti capolini con corolle giallo intenso. Nella parte più alta del territorio, in particolare nelle praterie sui monti, è più frequente la varietà minuta, meno alta ma più compatta e robusta. Possiede varie sostanze che la rendono pianta officinale con ampio spettro di applicazioni: antisettica, diuretica (riduce i calcoli ai reni), e numerose altre proprietà. Fiorisce da agosto.

 


Impatiens noli-tangere. Il nome è dovuto al fatto che il ricettacolo, a maturità, appena toccato esplode lanciando attorno i minuti semi. Fusto dall'aspetto vitreo alto fino a 30cm, foglie verde intenso, fiori gialli con macchia arancione; spesso forma estesi tappeti. Questa Balsamina è ricca di applicazioni officinali: è ritenuta efficace antiinfiammatorio, lassativo, antibatterico. Va però evitata da chi soffre di calcolosi, reumatismi e artrite.

 

 



Hypericum montanum. I fiori giallo carico sono assai simili a quelli dell'iperico perforato; diverso è il portamento della pianta, di dimensioni più ridotte e forma compatta, col fusto privo di ramificazioni fino all'apice, ove si staccano brevissimi rami con i fiori, raccolti in un folto corimbo.


 


Agrimonia eupatoria. Fusto esile, talvolta con ramificazioni sulla parte più bassa, mentre in alto abbiamo le spighe con fiorellini di un giallo vivace; foglie impari pennate (da 3 a 7 settori, più spesso 5), verde scuro e dentate. Nota pianta officinale fin da tempi remoti (ne parlò Plinio il Vecchio), è particolarmente indicata nelle disfunzioni epatiche.  Viene anche utilizzata contro affezioni renali, coliti, cistiti e reumatismi.  E' utile anche per combattere infiammazioni del cavo orale, congiuntiviti, emorroidi e malattie della pelle. Nei paesi del Nord Europa il suo infuso viene usato come tisana stimolante.
 



Saponaria officinalis. Presente nella parte meno elevata del territorio, anche in popolazioni fitte ed estese nei luoghi favorevoli: margini delle vie, scarpate, basi di muraglie. Il fusto (fino a 60 cm) liscio e rossastro porta foglie opposte e glabre. Verso l'apice i fiori rosa pallido, prima radi e opposti, poi numerosi in una compatta infiorescenza apicale. Ricca di saponine e mucillagine, è stata usata per detergere e lavare biancheria e abiti; se ne ricavano anche prodotti per l'igiene personale. Veniva pure usata come pianta officinale per le proprietà depurative e toniche, ma la sua tossicità, in particolare per l'apparato digerente, ne ha interrotto l'uso. Ancora impiegata per curare  dermatiti e psoriasi.


Epilobium montanum. Fiorisce da agosto, con piccoli fiori da rosa a rosa pallido su lunghi peduncoli. I boccioli sono piegati verso il basso, mentre il fiore è eretto; i quattro petali sono bilobati. I frutti, come negli epilobi, sono sottili e relativamente lunghe (fin oltre 5cm) capsule cilindriche. Trovato a livello del paese, vicino alle acque di un ruscello. Come l'E. parviflorum e altri epilobi a fiori piccoli, è ritenuto efficace nella cura delle affezioni della prostata.


Eryngium amethystinum.  Fiorisce da fine agosto questa apiacea robusta, alta fino a 50cm, con ramificazioni da metà stelo e ombrelle di piccoli fiori blu azzurro privi di peduncolo, che fanno pensare ai capolini di un cardo. Le foglie basali sono più larghe e molto spinose, come anche le cauline che si assottigliano verso l'alto sullo stelo. Sia le foglie che le parti terminali dei fusti hanno sfumature bluastre. La radice, quando tenera, è commestibile; la pianta, secca, viene utilizzata per composizioni floreali che si mantengono a lungo; è nota anche per le sue proprietà diuretiche.

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