FIORI   D'AUTUNNO



Il sole bruciante di luglio e agosto colpisce duramente molte piante che soffrono la mancanza d'acqua; così i fiori appassiscono e cadono; talvolta secca la pianta intera. Alcuni vegetali, resistenti ai raggi solari e alle condizioni di siccità, riescono tuttavia a trarre vantaggio dalle difficoltà altrui: si sviluppano e fioriscono più rigogliosi se si presentano queste condizioni. Dalla metà di agosto il ritorno della pioggia consente alle piante non del tutto rinsecchite di portar a termine il ciclo vegetativo bloccato dalla grande calura; e si sviluppano quelle caratterizzate da fioritura tardo estiva o autunnale. 
Nel periodo di fine estate e autunno l'effetto dell'altitudine sulla fioritura è simmetrico rispetto alla primavera: in genere la stessa specie comincia a fiorire prima in alto, e gradualmente si arriva al piano.
In questa pagina descrivo, con le modalità ricordate anche per i fiori delle stagioni precedenti, le specie tardive ritenute più interessanti; specie di fiori "...naturalmente tutti trovati e fotografati nelle vicinanze di Porcen". Includo nella pagina dell'Autunno, la più "leggera" perché meno ricca di specie, vari elementi presenti anche in altre stagioni (questi vengono descritti per primi).

 

 

 



Plantago lanceolata. Tanto diffusa negli ambienti più vari, da venir considerata erba infestante. Resiste a temperature di qualche grado sotto lo zero, alla siccità e al calpestìo. Foglie verde scuro in rosetta eretta, infiorescenza breve bruno scuro. Pianta molto interessante per le proprietà officinali: antibatterica, espettorante, emolliente, lassativa (i semi); impiegata per la produzione di sciroppi e caramelle contro la tosse.  E' pure commestibile: le foglie, se tenere, si possono consumare in insalata o nelle minestre.
 

 

Plantago media. L'ampia rosetta, aderente al terreno, di foglie larghe con peluria chiara, la rende odiata dagli amanti dei "prati inglesi". L'infiorescenza è lunga e color grigio chiaro. Le grandi foglie tenere sono commestibili, e la pianta possiede proprietà officinali analoghe alla P. lanceolata.
 

 

 

Plantago major. Fiorisce più tardi delle altre due varietà, e, a dispetto del nome, è di dimensioni più ridotte, in particolare gli scapi fiorali. Anche la P. major viene utilizzata per le proprietà farmacologiche analoghe a quelle della P. lanceolata. Le foglie tenere aggiunte alle insalate hanno effetto rinfrescante.

 


 

Trifolium repens. Strafhói. Fiorisce da aprile a novembre. Assai diffuso negli ambienti più vari, ove però il terreno non sia troppo secco e arido o esposto in pieno sole. Le foglie presentano tipici disegni chiari; si diffonde anche grazie a stoloni. Non è solo ottimo foraggio; contiene anche sostanze che ne consentono l'uso per combattere reumatismi, infiammazioni delle vie respiratorie, disturbi digestivi. Fornisce abbondante polline e nettare alle api, come la maggior parte dei trifogli.

 


Trifolium repens var sylvestre. Strafhói. Le tre foglie sono più strette, color verde scuro omogeneo; la pianta ha portamento eretto ed è più alta (fino a 40cm) del repens. Diffuso anche in prati asciutti, ai margini di boschi e cespugli, ove fiorisce a partire da giugno. Ha maggior diffusione nei monti rispetto al T. repens.
 

 

 

Asperula cynanchica. Minuscoli fiorellini bianchi con quattro petali su sottilissimi e relativamente lunghi steli prostrati, formanti dei radi cuscinetti. Su prati magri con bassa e non folta vegetazione, fiorisce dall'inizio dell'estate, ma trova in settembre il suo periodo migliore. Pianta officinale come altri Galium, possiede sostanze utili nella cura di affezioni alla gola e infezioni dell'uretra, e pigmenti coloranti.

 



Potentilla erecta. Cresce su prati magri, freschi e con erba bassa, e nelle radure e margini di boschi, da giugno a ottobre. Pianta minuta, nel luogo di osservazione non supera i 10cm ove l'erba è bassa; altrimenti fino a 40 cm. La specie ha variazioni forti, in particolare con l'altitudine. "Potente" nel rimediare a varie affezioni: infiammazione a gengive e gola, affezioni dell'apparato digerente. Usata anche dall'industria cosmetica per preparare saponi, creme e deodoranti; dalla radice si estrae un colorante rosso.


 

 

Dianthus sylvestris. Steli sottili e resistenti alti fino a 50cm, su prati aridi, fratture nelle rocce, limite di boschi. Foglie sottili, glabre, verde bluastre con estremità appuntita. Fiorisce da luglio al tardo autunno. Fiori da rosa pallido a rosso magenta, di solito leggermente più chiari al centro.
 




Orobanche lutea. Priva di foglie, alta fino a 30-40cm, di solito nei prati asciutti E' del tutto priva di clorofilla: trae energia unicamente dalle piante parassitate, con maggior frequenza le fabacee come i trifogli. Da maggio fino all'autunno.
 

 


Petrorhagia saxifraga. Piccola pianta con steli sottili, glabri, per lo più prostrati. Tipica dei luoghi più esposti al sole, resiste ai lunghi periodi di siccità e se ne avvantaggia: prospera su prati aridi, tra le pietre, sulle rupi e fiorisce dopo che le alte erbe, appassite, consentono di ricevere più luce; con l'aumento delle temperature conquista spazio sui prati assolati sostituendo piante meno resistenti. Da giugno fiorellini da bianco rosato a rosa con tre venature più scure sui petali in cima ai piccoli fusti spesso prostrati e striscianti; nel periodo di più intensa fioritura (dopo il solleone di luglio-agosto) sembra quasi formare dei cuscinetti.

 

 


Thymus serpyllum. Piccola pianta per lo più prostrata con fiorellini da rosa pallido a rosa intenso, copre talora formando cuscinetti aree aride, pietre, muri. Presente dal piano ai monti ma più frequente in questi ultimi, fiorisce da giugno a fine ottobre. Assai utilizzato in cucina per dare sapore alle vivande, riduce la fermentazione dei legumi nell'intestino.
 

 

Campanula rapunculus. Campanella ricercata -non a Porcen dove è piuttosto rara- per la gustosa radice a fittone, e per le foglie basali che aromatizzano insalate e minestre. Fiorisce dall'estate, ma la pianta dell'immagine, a lato della strada Porcén-Saeri, era ancora in piena fioritura a metà del mite (nei primi 18 giorni) novembre 2013. Con foglie e fiori si fanno infusi usati per gargarismi che riducono le infiammazioni a bocca e gola. Impacchi con le foglie erano usati per ridurre le verruche.

 

 

Gentiana asclepiadea. Frequente nei boschi freschi, in particolare di faggio, e nelle rupi non esposte al pieno sole. Fusto sottile alto fino a 70 cm, con foglie opposte gradualmente decrescenti verso l'apice. Fiori alle ascelle fogliari, nella metà superiore: grandi, campanulati, color azzurro intenso. I fusti flettono per il maggior peso durante la fioritura, che inizia a fine estate; così i semi si propagano più facilmente a valle. Varie parti della pianta hanno proprietà digestive, aromatiche, febbrifughe: spesso sono utilizzate per aromatizzare liquori.

 


Carlina acaulis. Fusto di pochi centimetri, sembra schiacciata sul terreno. Al centro della rosa di foglie spinose il grande capolino, unico, con brattee che simulano lunghi sottili petali bianco argento. La radice amara della carlina era molto utilizzata per le molteplici proprietà medicinali: diuretica, digestiva, diaforetica, cicatrizzante, febbrifuga. Dalla radice seccata si otteneva una polvere con cui si curavano malattie della pelle, e si faceva un infuso di vino rosso per combattere reumatismi e febbre. La parte interna dei teneri capolini, prima della fioritura, può essere mangiata cruda, dopo aver tolto le pungenti foglie che la proteggono: il sapore è simile a quello del carciofo.
 

 




Carduus acanthoides
. Pianta spinosissima e imponente, alta anche oltre il metro e mezzo. Nella spinosa famiglia dei cardi rossi, potrebbe confondersi col Carduus nutans, che ha capolini più sferici, o con altri cardi. Si diffonde e conquista in particolare prati degradati da movimenti di terra o dall'eccessivo calpestìo degli animali, dando vita a muraglie invalicabili formate dai fusti ricchi di robuste spine.


 


 


Knautia longifolia. I capolini sono vistosi, blu chiaro; i fiori esterni non sono così asimmetrici come in altri fiori della stessa famiglia. Cresce su boschi radi e prati asciutti e freschi, anche a livello del paese: a partire dai 400 metri. Fiorisce da fine agosto.


 



Hilotelephium maximum. Pianta grassa vistosa, anche se di rado supera il mezzo metro; le foglie sono spesse e carnose, appesantiscono il fusto fino a farlo piegare ancor prima che sboccino i numerosi piccoli fiori giallo verdastri sugli ampi corimbi quasi orizzontali. I fusti maturando diventano rosso porpora.




Euphrasia rostkoviana. Alta fino a 10 cm, l'eufrasia ha steli eretti con foglioline folte e addossate e 3-4 tipici fiori, relativamente grandi, nella parte superiore; fiori bianchi, con fauce gialla e striature scure. Presente nei prati non troppo esposti al sole, con erbe non alte. Da sempre utilizzata per curare, in particolare, affezioni degli occhi come le congiuntiviti.

 


Lytrum salicaria. Pianta palustre con belle spighe di fiori rosso magenta. Le foglie verde scuro nella parte bassa del fusto, semplice o con una/due coppie di  rami opposti. Fioritura dalla seconda metà di agosto. Pianta officinale, contiene dei principi attivi che ne rendono possibile l'uso in varie situazioni: infiammazioni gastrointestinali e del cavo orale, cura di ferite e piaghe e per lenire irritazioni e disinfettare.  I teneri germogli sono commestibili, e si possono usare le sue foglie secche per farne una tisana.

 


 

Cirsium oleraceum. Fusto snello, normalmente semplice, può recare qualche ramificazione solo sulla parte terminale. I fiori, d'un verde giallo chiaro e non numerosi, sbocciano all'apice, protetti di sotto da brattee color verde chiaro/giallastro. Pianta commestibile; in varie zone dell'Asia viene coltivata e commercializzata per l'uso alimentare. Un tempo, quando ogni famiglia di Porcen allevava un maiale, le foglie basali di questo cirsio venivano raccolte per essere date in pasto, fresche, all'animale.


 


Aconitum variegatum. Scarpéte dela Madòna. Le specie di Aconitum presenti in zona (variegatum e napellus) sono i vegetali dotati del veleno più potente, l'aconitina: pochi milligrammi (meno di 5, corrispondenti a meno di 5 grammi di radice della pianta), se ingeriti, sono sufficienti a provocare la morte di una persona adulta. Opportunamente dosati dall'industria farmaceutica, i principi presenti nell'aconito trovano uso per combattere malattie della pelle e reumatismi, e per preparare farmaci antidolorifici. Nell'antica Roma la coltivazione della pianta nei giardini era proibita, ed i trasgressori venivano duramente condannati; oggi l'aconito, sia nelle varietà indigene, sia in specie importate, dai vistosi colori, è pianta da ornamento assai diffusa nei giardini. Anche nel "Diritto" le mode cambiano, ed oggi è punita la coltivazione di altre piante, che possono avere effetti deleteri nel lungo periodo, provocando dipendenza, e non sono fatali nei tempi brevissimi successivi all'ingestione del vegetale, come nel caso dell'aconito. Il solo contatto con la pianta può provocare lievi intossicazioni; capita soprattutto a bambini che colgono i bei fiori e tengono in mano il "mazzolino" per un po' di tempo.
 

 



Colchicum autumnale. Fior dala bròsa, Autunàl. Considerato anche a Porcen il messaggero dell'autunno, quello che annuncia l'arrivo della brina, sboccia direttamente dal bulbo; nella successiva primavera crescono le foglie verde cupo a imbuto ed emergono i semi derivati dai fiori dell'anno precedente. Cresce nei prati ricchi di terra e humus: il bulbo è profondo circa 15cm. Anche questa pianta è assai tossica, per la presenza della colchicina: 7 milligrammi uccidono una persona adulta, e lievi intossicazioni possono essere causate dalla semplice manipolazione dei fiori. Colchicina e altri alcaloidi ricavati dalla pianta, opportunamente dosati, grazie alla loro "azione sulla divisione cellulare", trovano applicazione nella cura dei tumori.

 

 


Gentianella germanica. Da una rosetta di foglioline lanceolate a settembre si sviluppano i fusticini, ben presto rossastri. Il fusto si ramifica, nelle piantine più robuste, dando origine a numerosi altri steli alla sommità dei quali sboccia un fiore. Fusto principale e secondari con foglioline opposte lanceolate e amplessicauli, man mano più piccole e sottili salendo verso l'apice. Fiori rivolti in alto nella direzione dello stelo che li porta: il fusto principale ha il fiore più alto che guarda dritto al cielo. I fiori, lunghi circa 3 cm, hanno cinque sepali acuti, corolla con cinque petali da blu chiaro a blu rossastro. Interno della corolla tomentoso. Nella zona ove la genzianella è stata da sempre presente numerosa a partire da metà settembre, quest'anno (2013) il fiore è presente solo in tre piantine, di dimensioni anche più ridotte: è possibile che l'andamento climatico non abbia consentito un normale sviluppo dei semi; si tratta di pianta annuale o biennale.



 


Helianthus tuberosus. Topinambur. Arrivata dall'America Settentrionale, questa pianta si è naturalizzata diffondendosi su freschi e fertili terreni smossi (scarpate di nuove strade, campi, vigne,...). La capacità di crescita rapida la rende possibile fonte di biomassa. Il tubero, bitorzoluto, più piccolo e irregolare della patata, è commestibile e impiegato in cucina, in Italia, dagli inizi del XVII secolo; in seguito la patata, più redditizia, prese il sopravvento. Il tubero è comunque molto interessante per le sue proprietà: ricco di inulina, può essere consumato dai diabetici che devono evitare alimenti con amido; le sue fibre hanno positivi effetti sulla flora batterica intestinale; riduce il colesterolo e stabilizza la glicemia. La pianta inoltre è facile da coltivare, non richiede cure come gli altri ortaggi.

 


Gentiana ciliata. Tipicamente autunnale, questa genziana un tempo era rara anche a livello del paese, ma da vari anni non la vedo a bassa quota. Quella dell'immagine rinvenuta in un prato asciutto, a 1200 metri, a metà ottobre. I fiori sono azzurro cupo, spiralati e con quattro petali dai margini sfrangiati.

 


Aster amellus. Setenbrìn. Descritto da poeti classici tra cui Virgilio, colora di belle macchie viola chiaro/lilla i prati magri ormai rinsecchiti e bruni con l'avanzare dell'autunno. Anche questo astro è pianta officinale, usata un tempo in particolare per combattere le infiammazioni delle vie respiratorie e la tosse. Ricca in vitamina C e altre sostanze, la pianta trova ancora impiego nella cura delle affezioni alle vie respiratorie e delle gastriti.

 

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