Bestiario

Gli animali, soprattutto quelli allevati (vacche, maiali, galline ...), costituivano parte fondamentale della vita dei vecchi compaesani. Anche altre bestiole, soprattutto se suscettibili di finire nel piatto, erano considerate con attenzione: non dimentichiamo che la fame era, allora, una compagna onnipresente

 

 

Cresta dumèla, cresta ùgnola

Cresta doppia, cresta singola. Nei galli la cresta dumèla è più bassa ma più spessa della cresta ùgnola, sottile e a dente di sega (dumèla e ugnola: doppia e singola?)

 

 

Pìta, polàstra, dìngio

Gallina, gallina giovane (meno di un anno), tacchino

 

Ovo slàuss; ovo in arena

Uovo marcio, andato a male; uovo privo della scorza, con la sola pellicola che normalmente sta sotto il guscio

 

Saiùpp

Cavalletta

 

 

  Martincòff

Ramarro

 

Anda, carbonàfh, badalìss

Colubro d'Esculapio, biacco, basilisco. Quest'ultimo era un rettile creato dalla fantasia di chi voleva spaventare i bambini, in modo che non si avventurassero nei boschi o nell'erba alta dove potevano effettivamente subire il morso di una vipera. Si diceva che il badalìss fosse tozzo e robusto, forse anche con due zampe nella parte anteriore, che riusciva a sollevare prima di balzare in modo fulmineo sul malcapitato che lo incontrava. Veniva anche spiegata l'origine di questo mostro: si generava dalla trasformazione della parte anteriore di una biscia troncata a metà da chi la voleva uccidere ma non le aveva schiacciato la testa. E la gente era convinta che fosse proprio così: ricordo che mia madre mi raccomandava questo: "Se tu cópa na bìssa no sta spacàrla in mèdo parché el tòc davanti el scànpa e po el diventa an badalìss.  Schìfeghe subito la testa!"

 

Càva òci

Libellula

 

Ràcola, mùk

Raganella, ululone. L'ululone (Bombina variegata), un minirospo con ventre a chiazze gialle, era molto diffuso e popolava stagni e pozze, emettendo il richiamo muuuc muuc muuc...da cui il nome. La pozza in bitume catramato che raccoglieva l'acqua del tetto della casera di Bosch de la Fior era popolata da decine di questi piccoli anfibi, che d'inverno riparavano nel terreno attraverso le fessure del muro a secco. Il nome dell'animaletto è stato associato ad abitanti di località umide o paludose: mùk da Mugnèi (Mugnai era assai ricca di corsi d'acqua). Le ràcole vivono ancora lungo i Rich, e nelle calde sere di maggio improvvisano fragorosi concerti

 

An nitt  de galirói

Un nido di calabroni

 

I bòfh dele ào

I favi delle api; bofh spesso ha il significato di vuoto

 

Tòrtol

Il sigaraio della vite è un piccolo coleottero dai meravigliosi colori verde-blu metallescenti. Avvolge (tòrtol da torcere) le foglie della vite ottenendo una specie di piccolo sigaro, dopo avervi deposto le uova

 

 

 Scarpànfha

Maggiolino. Un tempo i maggiolini erano assai più numerosi, e nelle annate di maggior diffusione riuscivano a divorare  le tenere foglie delle piante preferite (ad esempio il noce), spogliandole completamente

 

La mànda

Manza, giovane vacca che non ha ancora partorito

 

La lùja

La scrofa

 

El sansèr

Il mediatore. Nella vendita di animali "importanti" (vacche, vitelli, maiali) gli agricoltori erano "assistiti" da un intermediario o procacciatore di affari, che metteva in contatto il venditore con i mercanti o altri agricoltori interessati all'acquisto dell'animale. Il sansèr non doveva far capire che stava dalla parte del più forte, il mercante: simulava quindi imparzialità, o addirittura sosteneva la parte più debole; era in ogni caso di fondamentale importanza, per la sua ampia rete di conoscenze, nel portare a termine acquisti e vendite. Spesso il sansèr era pure un esperto conoscitore delle malattie di bovini e suini, e interveniva curando gli animali come un veterinario. Un rinomato sansèr nonché abile "guaritore" di bovini di Porcen fu Isacco, famoso "ragazzo del '99" che operò dagli anni '30 agli anni '60 (nel periodo della 2a guerra e per qualche anno prima lavorò nella zona di Arsòn).

 

Dochedèl

Piccolo giogo. Il dochedèl si poneva sul collo di  un solo animale, bue o  mucca; se per cavallo o coppia di animali: dòc

 

 

Bèca legnón e bèca legnét

Picchio verde e picchio rosso. Al picchio verde, di dimensioni maggiori, l'accrescitivo becca legno grande, al picchio rosso becca legno piccolo; tra i picchi rossi, nelle foto,  il picchio rosso maggiore, di dimensioni leggermente inferiori rispetto al picchio verde. Il picchio sul palo del telefono aveva notato che il tambureggiare -con cui attirava l'attenzione dell'amante-  veniva amplificato dal tubo di plastica fissato al palo. In altra immagine un picchio che aveva scoperto, sul palo, una fessura di misura per le nocciole, che poteva così spezzare senza lasciarne cadere il seme commestibile: continuò paziente il lavoro finché le ebbe terminate: e poi si dice "intervento del picchio"!  Il picchio verde si nutre di formiche, e spesso sta a terra per scavare nei grossi formicai; talvolta, mentre è intento allo scavo, viene attaccato e predato dal feroce astore.

 

 

Fhavàtol, fhesìla, fhiligòt, redèstol, sbàra-tràpole (boaròla), sbareghèr, fhevìta, cùcc, nòtol, perufholìn(fharpiròla), perùfhola, oselèt dala neve, oselèt dal bòsch, gàja, coaróss, fhòrla, gardéna, cornàfha, quatòrcol, sbìri, àbia, conpàre Piero, póc, stornèl

Nomi di animali con le ali (non tutti uccelli...): fringuello(fhavàtol), rondine(fhesìla), passero(fhiligòt), averla(redèstol), ballerina bianca(sbàra-tràpole o boarόla), allocco(sbareghèr), civetta(fhevìta), cuculo(cucc), pipistrello(nòtol), cinciarella(perufholìn e fharpiròla), cinciallegra(perùhola -termine che indica il sesso femminile, mentre altri sono associati al maschile: cucc, canarìn, merlo e in generale osèl-), codibugnolo(oselét dala neve), scricciolo(oselét dal bòsch), ghiandaia(gàja), codirosso(coarόss), gracchio alpino(fhòrla), cesena(gardéna), cornacchia(cornàfha), rampichino(quatòrcol), rondoni(sbìri), nibbio bruno(àbia), rigogolo(conpàrePiero), upupa(pόc), storno(stornèl). L'allocco emette urla (per questo il nome) che, nella notte, terrorizzano i bambini. I codibugnoli si spostano a gruppi numerosi, assieme anche alle cince piccole, e visitano gli alberi alla ricerca di piccoli semi e insetti; la loro coda è più lunga del resto del corpo. Sono tanto leggeri, da stare aggrappati a testa in giù sulle foglie secche, senza che queste si stacchino dal ramo; la loro comparsa nei pressi delle abitazioni preannuncia peggioramento del tempo, burrasca, neve. Con la bella stagione (aprile-ottobre) stazionano più in alto e raramente si spostano in gruppo. Il pipistrello vola con le ali/membrane che sembrano di plastica, non è un uccello ma un piccolo mammifero volante.

 

 

Ciùk

Il termine ciùk col significato ricorrente di ubriaco. Ciùk veniva chiamato anche l'assiolo, che da aprile a luglio, nei boschi, rompe il silenzio della notte col suo malinconico canto: Ciùk  ciùùk  ciùùk...

 

 

La musighèra

La talpa; anche i piccoli cumuli conici di terra prodotti dalle talpe

 

 

La bólp, el tàss

La volpe, il tasso

 

 

Sc’ióss, sc'iosenèla (sc'ioséta), sc'ioséta del diàul, màre de sc’ióss

Chiocciola, chiocciolina, chiocciolina del diavolo, lumaca. Cercar chiocciole era una delle occupazioni preferite dai ragazzi nel tempo libero. Le scorribande venivano effettuate lungo il greto del T. Biotìs e sulle principali valli convergenti nel Calierόn, fino in cima al crinale M. Santo-Tomàtico, e anche nella parte alta del versante opposto, soprattutto nelle Jarìne (dietro il M. Santo). Chiocciole in un video: https://youtu.be/FpNvgfD2J3g.
Qualcuno raccoglieva anche le chioccioline, ma non quelle del diàul, per il loro aspetto poco invitante. Le màre de s'cióss sono lumache indigene nerastre, piuttosto lunghe e strette, e stanno nei boschi; differenti da quelle, color arancio/marrone, che infestano orti e giardini e sono qui diffuse da pochi decenni.

 

Rusa; contapàss. Anfhicór

Bruco; piccolo bruco che si muove, come gli altri, spostando e facendo presa alternativamente con la parte anteriore e quella posteriore: ma il contapàss, bruco snello di  modeste dimensioni, quando blocca la parte anteriore, porta la presa posteriore assai vicino alla testa, e così la parte mediana forma un arco assai accentuato che nel "passo" successivo si distende; le successive contrazioni e distensioni fanno pensare a un ritmico un/due,  quasi un contatore dei passi. Grande bruco lungo fino a una decina di centimetri, larva di grosse farfalle notturne, le sfingi (in particolare della Sfinge testa di morto); in tanti anni di vita in campagna ne ho visti due. Metteva paura ed era forse l'ispiratore di racconti truci, miranti a terrorizzare i bambini.

 

El fhaméi; la pavejòla

La farfalla; piccola farfalla o tignola

 

El tavàn;  el é intavanà

Tafano; è arrabbiato.  Se il fastidioso tafano viene allontanato mentre cerca di succhiare il sangue, se ne va e poi torna a girare emettendo con le ali un ronzio che fa pensare a un attacco: forse per questo si dice intavanà a persona adirata; più probabile che uno si intavàni in seguito alla puntura, assai dolorosa, dell'insetto.

 

O6

TORNA

TORNACASA