MANOVRE DI CLASSE

AGOSTO 2011:  Ministri che a malincuore tornano dalle vacanze per dar vita alle "manovre finanziarie"; anche per questo esse risultano raffazzonate e subito da ritoccare con decisione. E poi contrasti tra i partiti di governo e dentro gli stessi partiti, colpi bassi a non finire. Ed emerge con chiarezza  l'imposizione di una linea subdolamente reazionaria, che cerca proseliti anche nella sponda delle così dette opposizioni e nei "sindacati padronali": attacco a simboli come il 25 aprile, il 1 maggio e il 2 giugno, allo statuto dei lavoratori -per rendere possibile il licenziamento senza giusta causa-, assalto alle cooperative per togliere loro consolidate semplificazioni e vantaggi fiscali, assoluto rifiuto dell'applicazione ai grandi capitali di una "patrimoniale", considerata necessaria perfino da numerosi "grandi capitalisti". Una linea che nulla ha in comune con la volontà di combattere la crisi, anzi tende ad aggravarla
Se analizziamo con calma le conseguenze di queste "manovre" nel medio periodo, ci rendiamo conto che il risultato finale sarà un trasferimento di capitali dalle classi di reddito medio-basse a  quelle ad alto reddito: il denaro rastrellato spremendo i soliti poveri ed esausti limoni viene utilizzato dagli stati per finanziare i debiti e i pagamenti degli interessi ai creditori; ma chi sono "i creditori"? sono le finanziarie che acquistano i titoli degli stati, e dietro queste indovinate chi c'è? I soliti ricconi cui non viene fatta pagare la patrimoniale, che evadono il fisco, che esportano ricchezza nei paradisi fiscali. In fondo c'è una logica perversa in questa situazione: "perché togliere denaro a costoro con le tasse, denaro che dopo 2/3 anni comunque tornerà nelle loro mani? lasciamoglielo, evitando inutili giri!"
Nelle manovre altre operazioni di facciata per far credere che si colpisce la "casta  dei politici", operazioni irresponsabili che possono addirittura comportare un enorme aumento dei costi e gravi disagi per i cittadini: eliminazione dei comuni sotto i mille abitanti, eliminazione delle province, dimezzamento dei parlamentari.
I comuni con numero limitato di abitanti si trovano in situazioni estremamente diversificate: in determinate situazioni, dove ad esempio i centri abitati sono vicini e le comunicazioni non presentano situazioni problematiche, il processo di fusione di più realtà comunali è un processo naturale che avviene senza imposizioni dall'alto, e che potrebbe trovare incentivazione. In caso contrario può rappresentare una violenza nei confronti di popolazioni già in difficoltà sotto numerosi aspetti: come al solito si va a colpire i più deboli, senza valutare se ciò comporta effettivamente una riduzione di costi per la collettività.
Abolizione delle province: anche qui si inventa un "grido di guerra" fatto proprio in modo del tutto irrazionale dalle più svariate forze politiche: ma sono state fatte valutazioni e studi approfonditi sulle conseguenze della cancellazione delle province? E' ovvio che le competenze oggi in mano a questi enti dovranno essere assegnate a qualcun altro; le regioni costituirebbero un ambito troppo vasto, i comuni troppo ristretto. Si finirebbe col dover reinventare qualcosa di analogo alle province, dopo averle abolite. Immaginate con quale risparmio per la popolazione.
Infine il dimezzamento della casta dei parlamentari è operazione estremamente pericolosa, fumo negli occhi dei cittadini italiani per nascondere la realtà. Dimezzare il numero di parlamentari significa restringere la casta, renderla più esclusiva e dare così a ciascuno dei suoi appartenenti un potere molto più forte rispetto ad oggi. I parlamentari di lungo corso, ad esempio Veltroni, Casini, Rutelli solo per citare alcuni dei più noti nel campo della attuale pseudo-opposizione, sono fermamente favorevoli a questa ipotesi: vedrebbero aumentare enormemente la propria forza. Inoltre una diminuzione del numero di rappresentanti parlamentari corrisponde a una diminuzione della capacità del parlamento di esprimere tutti i settori della popolazione, quindi una diminuzione della rappresentatività di Camera e Senato.
Ciò che invece va dimezzato, anzi più che dimezzato, sono i compensi, diretti e indiretti, di cui gaiamente godono senatori e deputati. E occorre anche prestare attenzione ai messaggi che girano, talvolta in buona fede pur se farciti di pesante qualunquismo, in rete: prima di "condividere", sarà meglio esaminare con senso critico la situazione, e aderire solo dopo questa attenta valutazione. Tornando a quella "linea subdolamente reazionaria" cui si è già accennato, diciamo chiaramente che è portata avanti con pervicacia e determinazione da un ministro che si è rivelato assai  più dannoso del Brunetta, il ministro del bedfare Maurizio Sacconi.

 

 DICHIARAZIONE REDDITI E "MANOVRA"

Un'altra "trovata" farneticante del governo, per combattere l'evasione fiscale: la pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi, ma senza il nome del dichiarante. L'idea della pubblicazione delle dichiarazioni è fonte di accanite discussioni tra favorevoli e contrari: da una parte chi dice che  dichiarando in modo corretto non si ha nulla da temere o nascondere, quindi nessun problema per la pubblicazione con massima trasparenza; altri invece considerano la pubblicazione una grave violazione della privacy, fonte di "odio sociale", un problema per la sicurezza (forse che i criminali aspettano i dati dell'Agenzia delle Entrate per decidere chi rapinare?). E' evidente che le posizioni estreme presentano punti deboli. Il ricorso accanito al paravento della privacy nasconde i timori di chi fa dichiarazioni di redditi irrisori avendo invece grosse disponibilità: verrebbe subito messo allo scoperto, grazie al diffuso uso della rete. D'altra parte ci sono effettivamente degli aspetti sui quali il cittadino deve essere tutelato, per impedire la diffusione di dati sensibili: ad esempio le detrazioni per spese mediche; si può facilmente superare l'ostacolo, pubblicando solo il totale delle detrazioni; è comunque assai semplice mettere in rete la dichiarazione, anche limitando le "parti sensibili": vedi ad esempio QUESTA.
L'efficacia della pubblicazione delle dichiarazioni, ai fini del controllo dell'evasione fiscale, probabilmente non è notevole; in pratica lo stato delega i cittadini a controllare altri cittadini. Molto più efficaci altri strumenti, ad esempio la deducibilità di parte dei costi sostenuti: per questa via chi percepisce la somma sarebbe spinto da chi paga ad emettere la ricevuta o la fattura, mentre oggi avviene il contrario: chi paga accetta la proposta del prestatore d'opera, che "gli sconta" una somma equivalente alle "tasse"; sul resto della somma, chi percepisce "in nero" non pagherà "una lira".

 

TORNACASA



 

CARO PRESIDENTE

GIORGIO IL MIGLIORISTA

Il Presidente Napolitano ha espresso grande soddisfazione ed ha evocato perfino il miracolo, per descrivere la rapidità con cui la manovra finanziaria è stata approvata dal nostro Parlamento, in modo da presentare -lunedì 18 luglio '11- i "conti in ordine" alle borse: così gli speculatori finanziari avranno la certezza che ci sarà ciccia e un attacco all'Italia avrà materia con cui essere pagato: quelli non sono come i "parassiti stupidi" che portano alla morte il parassitato, crepando con lui, ma sanno fermarsi un attimo prima che il sangue finisca; quando invece vedono che c'è stata una "trasfusione", si buttano (i parassiti-finanzieri) come vampiri sul malcapitato paese. Il denaro raccolto con le "manovre lacrime e sangue" dai vari governi che spremono le classi non ricche finisce rapidamente nelle mani degli speculatori finanziari, con la complicità delle "agenzie di rating". Ecco spiegato anche perché non vengono toccati in modo significativo i super ricchi da queste manovre: tra loro stanno gli speculatori finanziari.
La manovra messa in piedi in un clima kafkiano dal ministro TreMonti, con un turbinìo di cifre in continua rapida ascesa, rientra nei classici schemi liberaloidi: "prendi i soldi ai redditieri medio-bassi, che sono tanti; non toccare in modo significativo i redditi elevati". Nulla di strano, essendo la manovra ordita dal governo Berlusconi; ciò che è strano è che Napolitano gioisca tanto, e che Bersani e Di Pietro abbiano calato le braghe tanto in fretta, senza chiedere una precisa contropartita, realizzabile senza problemi entro i tempi brevi auspicati: a parità di valore della manovra bastava togliere i salassi che colpiscono i redditi più bassi, spostandoli a carico dei più ricchi; e ridurre i vergognosi privilegi delle migliaia di politici strapagati dei "parlamenti" nazionale, regionali, provinciali. E' evidente che il governo Berlusconi, che ben rappresenta quel 10% di redditieri che detengono il 70% dei redditi italiani, avrebbe avuto qualche difficoltà: chissà però, per il bene del paese... Ma quale bene del paese, non facciamo ridere! quella gente pensa al proprio esclusivo tornaconto e più ne ha più ne vuole!  basti osservare le gesta del "piccolo grande capo", il mafioso di Arcore.
La fredda insensibilità dimostrata dal presidente  della Repubblica nei confronti delle classi ridotte alla povertà, il suo assurdo gridare al miracolo, fanno meditare molta gente, non solo "di sinistra":  "com'è possibile, non era comunista?". Sì, era. Ma era anche migliorista, cioè della corrente "di destra" del PCI, quelli che dicevano (sentiti co le mé réce!) "dobbiamo fare come i socialisti di Craxi". Con queste premesse, non ci dobbiamo stupire più di tanto per il comportamento di Napolitano.



 

CISLUIL

I segretari CISL e UIL Bonanno e Angeletti si lamentano se vengono bersagliati da qualche pomodoro o da più temibili uova "slàuse"(marce)? No alla violenza, naturalmente, prima di tutto; ma quei due signori non si chiedono che cosa pensano gli  iscritti ai loro sindacati? O forse questi iscritti non sono operai, ma speculatori finanziari, ed allora si spiega questo spostamento delle due organizzazioni, addirittura oltre le posizioni di Confindustria? Bonanno è poi talmente ipocrita da dire che le posizioni di chi difende i diritti acquisiti dai lavoratori sono retrograde e addirittura incitano alla violenza! Portatori di violenza sono quei contratti separati, tanto cari al Sacconi, che diminuendo la sicurezza provocheranno un maggior numero di morti sul lavoro e indurranno un aumento delle malattie e degli esaurimenti da stress. Inoltre, a causa dell'enorme aumento di ogni tipo di disagio,  ci sarà anche un peggioramento della qualità dei prodotti.  Attento, Markionne: aver trasformato la FIAT in FIAD (Fabbrica Internazionale Auto Detroit) potrebbe costarti carissimo in Italia e in Europa; chi compra le "tue" automobili in Italia? non certo quelli che esaltano i tuoi "contratti separati", ma forse ne compreranno meno coloro che li condannano. Invece di pretendere che gli operai italiani tornino indietro, rinunciando allo statuto dei lavoratori e anche alle condizioni di sicurezza nell'ambiente di lavoro, perché questi sindacati, che svendono la dignità dei lavoratori col pretesto di un posto di lavoro, subendo un ignobile ricatto, non si impegnano a chiedere  per i lavoratori di ogni paese condizioni più umane?    Quei due signori puzzano di berluscloni a km di distanza!



PROCESSO BREVE? MEGLIO IMMEDIATO!

   L'odierna (9 febbraio 2011) richiesta dei giudici, di poter procedere nei confronti di Sua Santità Silvio (SSS) perché implicato in vicende che richiedono la procedura di "rito immediato", è stata accompagnata da una rabbiosa, arrogante reazione del "consumatore finale" che si è anche autodefinito ricco "signore". Ma un consumatore finale non è certo un signore, per quanto ricco sia. E quel "consumatore finale" gli è stato affibbiato dal principe del foro che sta a capo dello stuolo di difensori, al suo privato servizio come avvocati, al servizio del popolo italiano (??!??) come deputati o senatori.   SSS  lamenta, per il fatto di essere stato e di essere implicato in numerosi procedimenti penali, una persecuzione nei suoi confronti da parte dei giudici. Ma non potrebbe essere che "chi tanto delinque, tanto deve essere perseguito dalla giustizia"?  Teniamo anche presente che i procedimenti giudiziari sarebbero anche ben più numerosi, se  SSS non avesse fatto approvare delle leggi liberatorie da reati da lui commessi, le note leggi "ad personam"; ma che cosa ci possiamo aspettare da chi cerca, col denaro, di far anticipare la data di nascita di una persona, per "invecchiarla" in modo che ad una certa epoca non sia più minorenne? E quegli avvocati che corrono sul filo del rasoio della dipendenza "pubblico privata" non si sentono in vergogna quando sono costretti a sostenere l'insostenibile, come l'ipotesi della "nipotina di Mubarak"? Ora sono continuamente "blobbati" e ridicolizzati dalle trasmissioni televisive di tutti i paesi. Come avvocati hanno il dovere di assistere chiunque, come deputati e senatori devono solo provare un tremendo disagio.
Altra provocazione dal presidente del consiglio:  i giudici avrebbero "finalità eversive", sarebbero delle "avanguardie rivoluzionarie"; per il danno a lui provocato, lo stato italiano dovrebbe pagare! e ancora follie mediatiche su questo tono.  SSS dà dell'eversivo a chi applica correttamente le leggi senza guardare in faccia nessuno: certi ricchi padroni sono solo abituati a trattare con viscidi yesmen o con ancor più viscide puttanelle, tutti pronti a prostrarsi ai piedi del "signore".
Per quanto riguarda il risarcimento del danno, chi pagherà i milioni di italiani che in tutti i paesi del mondo vengono più o meno apertamente derisi e sbeffeggiati, e sentono su se stessi la ricaduta del disprezzo portato a tale nostro rappresentante? Chi risarcirà le imprese, gli uomini d'affari che numerosi vedono sfumare possibili contratti per lavori e forniture, a causa dei comportamenti di siffatto personaggio? A quanto ammonteranno i danni morali al paese e alle generazioni di giovani, che si vedono proposto da un'alta carica dello stato un modello di vita spregevole? e il danno prodotto a milioni di "poveracci" circuiti e plagiati con l'abile uso dei media, per estorcere il loro voto? Quanto tempo ci vorrà per risalire la china, una volta che detto personaggio sarà fuori dei coglioni; e quanto dovranno pagare tutti gli italiani, non solo quelli che l'han votato, per tappare le voragini che sta producendo? La confisca di tutti i suoi beni in Italia coprirebbe solo una piccola parte di tali costi; anche tenendo conto che il nostro ineffabile presidente, come apertamente dichiarato in varie occasioni, porta i profitti là dove gli rendono di più. Unica consolazione: in caso di fuga dovrà andare un po' più in là di Hammamet, Amazzoni di Gheddafi permettendo.



 

BATTISTI

Perché mai Lula non ha concesso l'estradizione del noto pregiudicato all'Italia? Forse perché appoggia il terrorismo internazionale? Balle! I nostri "governanti" italiani, screditati e profondamente disprezzati a livello mondiale, fingono di prendersela tanto e di non rendersi conto delle possibili e più probabili ragioni del diniego. E diciamolo subito: questo diniego è un deliberato schiaffo a un paese, e in primis al suo governo, caduto ai livelli più bassi nella considerazione internazionale; che senso avrebbe consegnare quel personaggio a gente in odore di ampia illegalità, a irresponsabili che non perdono l'occasione di sputare sui magistrati e di ridurre le capacità operative delle forze dell'ordine, di mostrare i propri legami con le varie mafie e 'ndranghete, di fare leggi che tutelano l'esclusivo interesse personale? Queste considerazioni sicuramente hanno avuto un peso sostanziale nella decisione presa dal presidente brasiliano, dal quale era stata ammessa la validità del giudizio di condanna espressa dai giudici italiani; consegnare Battisti al governo italiano poteva significare consegnarlo agli avversari di quella magistratura che l'aveva condannato.
Perciò riflettano un pochino quelli che, al governo,  si agitano tanto: sono loro la causa della mancata estradizione!

 

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