ERBICIDI
Sta sempre più prendendo piede, in vari comuni del feltrino, su strade 
comunali ma anche provinciali, la pessima moda di eliminare l'erba dei bordi con 
diserbanti o disseccanti. Già da tanti anni lungo le linee ferroviarie italiane tale metodo è 
utilizzato, e la giustificazione addotta è di evitare la formazione di 
sterpaglie che potrebbero poi essere incendiate da scintille prodotte per 
l'attrito sui binari, o da mozziconi di sigaretta lanciati da passeggeri 
incoscienti; in altri paesi, sicuramente più rispettosi 
della salute dei cittadini e della bellezza dei luoghi, l'eliminazione chimica 
dell'erba è bandita e si ricorre all'uso di trituratori meccanici.
Il Comune di Seren del Grappa è stato, purtroppo, un precursore nell'uso di 
sostanze chimiche per l'eliminazione dell'erba dai luoghi indesiderati, anche 
dentro i centri abitati; già negli anni '90 aveva avviato 
questa procedura, che non è più stata interrotta nonostante varie richieste 
intese a metter fine a tali metodi barbari. La risposta del responsabile di un 
importante ente pubblico del feltrino fu assai eloquente:  "la sostanza usata è così 
innocua, che la si potrebbe usare a condire l'insalata". Naturalmente si 
risponde anche che le sostanze utilizzate sono consentite dalla legge, quindi se 
ne fa uso perché sarebbero più efficaci e meno costose rispetto ad altre 
soluzioni; e, sotto sotto, il ragionamento qualunquistico accettato è il 
seguente: "prodotti diserbanti e disseccanti sono già largamente usati in 
agricoltura, quindi...".   A chi ragiona in questo modo si deve 
ricordare che un tempo alla professione di agricoltore era associata una vita 
media tra le più alte rispetto ad altre professioni, mentre le cose sono 
radicalmente cambiate da quando l'agricoltore è diventato un "distributore di 
veleni" per i vari trattamenti; e l'agricoltore rinuncerebbe volentieri a simili 
pratiche, se ad esse non fosse obbligato dalle violente leggi del mercato: la 
vita media degli agricoltori si è ridotta rispetto agli addetti in altri 
settori, in parte per il rischio più alto indotto dalle 
attrezzature, ma 
soprattutto per le malattie provocate dalle sostanze chimiche (diserbanti, 
disseccanti, antiparassitari, ...). Gli 
enti pubblici che sovrintendono alle strade, invece, scelgono liberamente , 
usando la chimica per eliminare l'erba, la via a impatto più pesante, quella più 
inquinante per l'ambiente.

 
Vale anche la pena ricordare che i comuni di feltrino e val belluna sono 
caratterizzati, da tempo, da una diffusione di tumori assai superiore alla 
media: in vari incontri e conferenze si è detto che qui si mangia male, si fuma troppo, 
si beve ancor di più, e per queste cause 
l'incidenza del malanno sarebbe elevata; la variabile ambiente non è stata presa in 
considerazione, anche perché mancano dati ad essa relativi (ho il dubbio che di 
proposito si limiti la raccolta di tali dati!). E' evidente che non si può 
stabilire una correlazione tra la diffusione di determinate patologie e i 
fattori ambientali, se mancano i dati relativi a questi ultimi. Analisi come quella descritta (colpa a vino, fumo, alimentazione) sembrano fatte allo scopo di depistare, di 
distogliere l'attenzione dalla realtà di una 
situazione ambientale precaria, il 
cui peso sulla salute degli abitanti è senza dubbio consistente e negativo. E in una 
situazione di questo tipo, introdurre un fattore di inquinamento in più è 
estremamente dannoso, anche se quel fattore, isolato, può sembrare poco 
rilevante. 
Anche l'immagine di una zona esce devastata dal trattamento di scarpate e muri 
con disseccanti e diserbanti. L'aspetto estetico peggiora notevolmente: qualche 
filo d'erba in più non dà certo all'occhio il fastidio della brulla e desertica strisciata 
d'erbe secche. 

E dal punto di vista della "pulizia" che si pensa di fare spargendo "defolianti", 
le cose vanno anche peggio. Qualche anno fa ho sentito casualmente un dialogo tra due 
signore, con bambini piccoli al seguito, provenienti da città della pianura: 
"Porto qui il piccolo a prendere un po' d'aria buona; poi scopro che va a 
giocare sulla sabbia piena di veleno"   "Quale veleno?"  "Ma non 
vedi che hanno buttato il diserbante?". Chissà se quei ragazzi oggi arrivano 
ancora a trascorrere qualche settimana dalle nostre parti!
Un'ultima osservazione: il messaggio trasmesso alla gente dagli enti pubblici 
con simili comportamenti 
è estremamente dannoso: "se lo fa la provincia, se lo fa il 
comune, quando potrebbero benissimo far diversamente, vuol dire che lo possiamo 
far tutti senza problemi". 
Sinceramente non c'è bisogno di questa ulteriore dose di veleno inquinante, di cui si 
può benissimo far a meno.