LA  BUSA  DELA  NEVE

NELLA VALLE DI SEREN DEL GRAPPA

L'occhio dell'automobilista che transita nella zona di S. Lucia, in particolare quando percorre il ponte sullo Stizzón provenendo da Feltre, viene attratto da una lunga macchia biancastra su un vallone nel fianco orografico destro della Valle di Seren, percorsa da quel torrente e generata nei millenni dall'erosione da esso operata. L'automobilista penserà a un ghiaione, ai detriti formati dal brecciame di una frana di biancone precipitata dalle sommità dei monti ove origina il vallone...non pensa si tratti di neve, assente anche dalle sommità della catena M. Fontana Secca - M. Grappa, e già nel pieno della calda estate. Invece è davvero neve: compatta neve di valanga, spesso impregnata di terra, ricoperta dai tronchi delle piante schiantate e da uno strato di foglie. Massa di neve che negli inverni dalle grandi nevicate raggiunge quantità impressionanti spalmandosi sul vallone a spianarne i salti, risalire i fianchi e spazzare le pareti quasi verticali. Neve della Busa dela Neve,  a 800/850 metri di quota, a giugno, luglio, talvolta agosto. Busa della Neve là ove convergono vallecole nei due impluvi principali che scendono dal M. Salarol e dai M. Solaroli. Il vallone qui si allarga e diviene un po' meno ripido, per poi restringersi nuovamente tra alte pareti. Una parte di neve delle valanghe trova quindi modo di arrestarsi e accumularsi in zona; scende naturalmente anche più in basso: nel gennaio del 2006 arrivò a bloccare la strada che attraversa la Val Storta.
Per arrivare alla Busa si può lasciare l'eventuale vettura nello slargo della Val Storta, e salire a piedi sulla ripida strada sterrata che riattraversa la valle e dopo un paio di tornanti arriva sopra la casa sul prato di Pian dei Susinèr. Qui si prende il sentiero che sale a destra, qualche decina di metri oltre la curva (non quello sulla curva, che scende alla valle); il sentiero (con inizio ai Segàt) era un tempo utilizzato per salire ai monti da Fontana Secca a Col dell'Orso e alle relative malghe. Si prosegue a lungo nel bosco con pendenza non elevata; si notano ancora qua e là, a cent'anni dalla guerra che le produsse, le caratteristiche fossette lasciate dalle esplosioni delle granate. La pendenza del sentiero cresce, e si supera la cresta oltre la quale si entra nel vallone: siamo al 22 giugno, e ancora si vede la lunga e alta lingua di neve ricoperta di detriti, foglie, tronchi strappati dalle pesanti nevicate dell'inverno 2013/14. Il tratto di sentiero che porta dentro il vallone richiede un minimo di attenzione: gli arbusti a monte, piegati dalla neve, ostacolano il cammino, e a valle la scarpata assai ripida precipita nel vallone. Scesi sulla neve si verifica la sua compattezza: a dispetto della temperatura estiva mite, e della quota appena superiore agli 800 metri, è indispensabile tracciare con gli scarponi i gradini per non scivolare a valle nell'attraversamento dei punti più ripidi. La grande quantità di neve è anche soggetta ad assestamenti, come si vede nell'immagine che mostra una forte discontinuità; e in un attraversamento è bastata l'ottantina di chili del mio peso per provocare una rottura in profondità con un secco schiocco che... non mi ha lasciato indifferente. Si risale senza difficoltà sopra la neve per poche centinaia di metri, e si arriva nel punto più ampio: qui convergono le due valli che raccolgono la neve già ottocento metri più in alto e la sparano nella Busa dela Neve e oltre più in basso. La neve dura a lungo nel luogo anche perché ai lati le pareti, a tratti verticali, limitano la durata del soleggiamento e ne rallentano così la fusione. Nonostante la chiusura della Busa dela Neve causata dalle alte pareti laterali, da essa si possono godere suggestivi scorci su alcuni colmèi della Valle di Seren: Col dei Bof e dei Motta,  Facchinàt, Col dei Pez, Val dei Frassen; anche comprendere la disposizione di valli e monti su parte del fianco sinistro della valle dello Stizzón, dalla Val Onèra ai contrafforti che scendono dal Col de Baio verso Col dei Bof e dal M. Roncón sulla Costa da Sort. Ci si fa un'idea delle località da cui è visibile la Busa osservando un'immagine che evidenzia un cono con vertice tra Artén e S. Lucia e più lontano tutto il Monte Avena dietro l'Aurìn che sta al centro.
La permanenza della neve e il suo graduale scioglimento permettono fioriture "strane" rispetto alla distribuzione nel tempo: la violetta gialla fiorisce per mesi, seguendo il livello della neve calante. Sono presenti varietà tipiche di zone ben più alte, i cui semi sono trascinati a valle dalla slavina; il microclima fresco montano ne permette la sopravvivenza e anche la diffusione.
Nell'estate del 2006 un gruppo di giovani ha dato il via alla simpatica iniziativa della "sciata d'estate" sulla Busa: data una ripulita togliendo tronchi e detriti nel tratto di valanga ritenuto più idoneo, ecco l'occasione per una divertente breve ma rapida discesa, spesso con immancabile salto. La tradizione continua da anni, ed è occasione di sano e non conformista divertimento, con appassionati partecipanti; ed è un modo di portare un po' di vita in Valle  (le immagini sono relative all'edizione 2014; la foto finale testimonia la consistenza del simpatico gruppo).

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