ACQUE

Nella pagina si presentano e commentano le elaborazioni dei dati sulla piovosità raccolti, per oltre un decennio, con le modalità in precedenza specificate. Tali dati sono disponibili in un file Excel in cui sono così organizzati:

 
1) Tabelle riferite a ciascun anno, che riportano, in millimetri, la pioggia caduta giorno per giorno; questo per gli anni dal 2002 al 2012 compresi (Tab 1-15). Per alcuni anni precedenti il 2002 (dal 1998) sono stati registrati solo i valori dei primi e degli ultimi mesi dell'anno: questo consente di avere un numero più elevato di dati su cui effettuare le elaborazioni per alcuni mesi,  ma non permette di avere la situazione dell'intero anno e fare eventuali considerazioni e confronti ad esso relativi.


2) Tabelline riassuntive (Tab 1B-11B) con la piovosità mensile, all'interno di ciascun anno (2002/2012), utilizzate per costruire i grafici a istogrammi (Graf 1-11), copiati e poi riportati nei due file immagine qui sotto. Alcuni valori mensili, eccezionalmente alti, hanno costretto all'adozione di una scala che "schiaccia" i valori più ricorrenti: ho tuttavia ritenuto di procedere così, per rendere possibile una immediata confrontabilità tra i dati mensili relativi agli anni esaminati.

Qui sopra i due grafici che, pur nella non perfetta leggibilità, permettono un immediato confronto visivo tra le quantità d'acqua caduta nei vari mesi, entro ciascun anno e tra gli anni; risaltano con immediatezza le anomalie.  Spicca l'eccezionale elevato valore relativo al mese di novembre 2002: addirittura 805mm! Se tuttavia si considera un periodo di 30 giorni, anziché un preciso mese di calendario, nel 2010 questo valore è stato superato.  Il mese di gennaio 2005 fa registrare un valore nullo (era già accaduto nel 2000, qui non considerato come spiegato al punto 1).


 3) Tabella riassuntiva (Tab 16) a doppia entrata: in corrispondenza ad anni (colonne) e relativi mesi (righe), i millimetri di pioggia. A margine delle colonne i totali per anno, a margine delle righe i valori medi per il particolare mese.

 
4) Tabelle (Tab 17-28) con le elaborazioni relative ai dodici mesi: gennaio, febbraio, novembre, dicembre dal 1998 al 2012; marzo e aprile dal 1999; gli altri mesi dal 2002.
Per ciascun mese viene determinata una retta che vorrebbe esprimere l'andamento tendenziale, accettando l'ipotesi del modello lineare (retta di regressione col metodo dei minimi quadrati). E' evidente che il numero limitato di osservazioni sui mesi (da 11 a 15: 15 per i dati dal '98, 11 per quelli dal 2002) limita la attendibilità delle considerazioni che si possono dedurre; la retta interpolatrice è stata calcolata sui valori effettivi, senza altre elaborazioni (medie mobili...), cosicché i valori eccezionali presenti assumono peso eccessivo nella determinazione della tendenza di fondo (trend).
Affiancati a queste tabelle, che individuano la retta di regressione per ciascun mese, retta che potrebbe esprimere l'andamento tendenziale delle precipitazioni per quel mese, i grafici costruiti sulla base delle medesime tabelle: la retta "trend" color rosa, l'andamento effettivo dei dati azzurro. L'asse delle x riporta gli anni, indicati con valori da 1 a 15 per semplificare i calcoli: ad esempio per il mese di agosto 1 significa 2002, 6 significa 2007...; per gennaio 1 indica il 1998, 3 il 2000 e così via. Sull'asse verticale la precipitazione in mm: si è scelta una scala omogenea per i 12 mesi per garantire una immediata confrontabilità dei dati: i valori eccezionali (ad es. gli oltre 800 mm del novembre 2002) "appiattiscono" le linee con valori più bassi. Una sintesi di questi grafici del file Excel viene presentata e commentata qui sotto.


 

I primi tre mesi dell'anno evidenziano un andamento tendenzialmente crescente, pur nei valori mediamente piuttosto bassi: gennaio fa registrare ben due valori nulli (nel 2000 e 2005); nulla di significativo riguardo a maggio e giugno, mentre aprile mette in evidenza una tendenza alla diminuzione. In realtà si assiste a periodi di secco sempre più frequenti in questo mese, che era noto (aprile...acqua ogni dì un barile) per la elevata frequenza delle piogge, stimolo per la ripresa vegetativa.

I mesi di luglio e agosto mostrano un certa tendenza alla diminuzione delle precipitazioni; così, anche se per alcuni è lieve, per i mesi da aprile ad agosto è confermato un trend calante: nelle tabelle dedicate alle elaborazioni sui mesi (Tab17-Tab28) il valore del coefficiente angolare m è negativo. Settembre e ottobre senza variazione significativa, con una debolissima tendenza alla crescita; il valore elevato del novembre 2012 ha ridato a questo mese un andamento con lieve incremento del trend, più "normale" in quanto meno influenzato dal valore abnorme del 2002 (805mm!) . Infine dicembre mostra una evidente tendenza alla crescita.
Riassumendo le osservazioni fatte, notiamo la tendenza alla diminuzione delle precipitazioni primaverili ed estive , mentre si ha un incremento in autunno e inverno: conferma delle variazioni climatiche ampiamente annunciate dagli esperti.

5) Tabella 29 che col grafico associato, qui sopra riportato e adattato, si riferisce ai dati annuali completi, per il periodo 2002-2012: la retta interpolatrice (con una tendenza lievissima alla crescita) sembra del tutto indifferente al trascorrere del tempo e alle variazioni stagionali evidenziate; questo perché entro ciascun anno avviene la compensazione tra crescite (autunno e inverno) e diminuzioni (primavera-estate), cosicché il trend sembra suggerire una situazione stazionaria: ma così non è, perché abbiamo visto quanto cambia la distribuzione delle precipitazioni tra i mesi dell'anno.    

 

EVENTI ECCEZIONALI

Vediamo alcuni eventi eccezionali, quanto a precipitazioni, partendo dal presente e tornando indietro nel tempo.
Poco più d'una settimana fa (11 novembre 2012) una ondata di pioggia, con un iniziale andamento (arrivo dello scirocco) che mi ha fatto pensare a quanto avvenuto nel 1966, ha colpito la zona provocando un rapido ingrossamento dei torrenti. Ho registrato circa 200 mm di pioggia in sole 12 ore (dalla mezzanotte a mezzogiorno). La precipitazione è stata molto intensa nella parte sudorientale di Feltre, in particolare da Tomo al Telva e Vellai, al punto da far salire al livello dei ponti e tracimare l'acqua del torrente Uniera. Il terreno già saturo per le piogge precedenti e la  rapidità della precipitazione ne  hanno amplificato gli effetti.
Fine ottobre/novembre 2010: le piogge prolungate e intense provocano l'alluvione che colpisce parte delle province di Vicenza, Padova, Verona. Nella nostra zona non vengono raggiunti livelli tali da arrecare danni rilevanti, per il solo fatto che non ci sono stati episodi di estrema concentrazione dei fenomeni. Nel periodo 23 ottobre/23 novembre (un mese) son caduti 870 mm d'acqua, superando ogni periodo di 30 giorni nell'arco di tempo considerato (anche il novembre 2002).
Il 3 agosto 2009 un temporale di eccezionale capacità e durata ha scaricato in due sole ore 150 mm; colpita anche la zona a Sud di Rasai: dai Còi l'acqua scendeva copiosa sulle strade del paese, creando anche grossi problemi alle fognature.
Altro evento rilevante, fortunosamente cessato dopo aver raggiunto un livello di pericolosità critico, il 20 settembre 1999. Dalla sera del 19, un giorno di pioggia costante e con intensità crescente portò a 300 i mm d'acqua caduta.   Una scarpinata fino al Calieròn mi rivelò l'enorme pericolo corso lungo il torrente Biotìs: i valloni che vi confluiscono avevano assunto portate incredibili, trascinando rilevanti quantità di detriti, che davano origine a un'enorme colata arrestatasi grazie alla subitanea provvidenziale fine del diluvio. Nel frattempo il torrente aveva cominciato a erodere gli argini a monte del ponte di Rasai. Anche a seguito di questo evidente rischio corso fu finanziata la costruzione di robusti argini a protezione delle due sponde del Biotìs nella citata zona.
Quattro novembre 1966: data dell'alluvione che colpì una vasta zona d'Italia, in particolare la Toscana (con le distruzioni causate dall'Arno) e tutto il Nord Est con la più alta "acqua alta" di Venezia e le piogge distruttive, con decine di vittime nella parte montana, dalla pianura al confine. Il giorno precedente era stato piovigginoso e fresco (5/6 gradi) con neve sopra i 1400-1500 m sulle Prealpi, mentre più a Nord nevicava molto più in basso. La notte arrivò improvviso lo scirocco, le precipitazioni si fecero intense con vento impetuoso e relativamente caldo (il mattino del 4: 12°C). Già all'alba del quattro novembre la situazione anche nel feltrino era drammatica: a Rasai il torrentello della Val Càuca e i ruscelli che scendono dai Còi, trasformati in torrentacci violenti, avevano invaso abitazioni e stalle. Il ponte sulla Sonna, sommerso dall'acqua, era crollato mentre passava un autocarro, così tutto il traffico tra Feltre e il Comune di Seren con Tomo era dirottato per Càupo: e immaginate il terrore di chi doveva transitare sopra lo Stizzòn che ruggiva gonfio. Profittai di una temporanea attenuazione della precipitazione, a metà mattinata, per un giro (a piedi) a vedere i corsi d'acqua più vicini: il Biotìs occupava tutto il greto con l'acqua limacciosa e si sentiva il rumore delle pietre che rovinavano minacciosamente nei punti in cui erodeva le sponde. Verso Porcen la Val de Sir passava ormai sopra la strada di Saéri e di Costesèle; nel centro il Brén non aveva più argini: il normale letto era pieno di ghiaione e detriti che tracimavano ovunque, mentre l'acqua entrava dalle finestre nelle abitazioni contigue. Più ad est la Grava dei Càrpen aveva asportato la strada dei Ronchedèi e continuava a riempire i prati circostanti di ghiaione; alla fine riuscirono a deviare l'acqua verso Tomo: a Porcen era entrata ormai in tutte le abitazioni a est della piazza. Nel pomeriggio la situazione peggiorò, con violente folate di vento e pioggia intensa. A Feltre il versante nord della collina su cui sorge la Cittadella era coperto da un bosco di abeti: furono quasi tutti spezzati a metà tronco dallo scirocco; e a Tomo l'intero tetto in lamiera della casa di "Lampo", situata alla fine della salita che porta da Feltre a Tomo, fu strappato e portato verso Porcen fino al campo sportivo. A Porcen il Brén continuò a portare ghiaione e detriti che coprirono anche la piazza con uno spesso strato; la Val de Sir, asportati i ponticelli sulle strade per Saéri e Costesèle, imboccò la strada che porta al paese e la trasformò in un boràl; e unita al Brén, nella parte bassa del paese, cominciò a erodere la strada del Casèl, mettendo a nudo le fondamenta di alcune abitazioni. I Rich, ingrossati a dismisura da tutte queste acque e dai detriti riuscirono a intasare e bloccare il condotto sul terrapieno che sostiene la strada nell'attraversamento della valle: si formò così un lago che arrivava fino al Casèl.  Ricordo che si vedeva correre acqua in abbondanza dove non c'era mai stata. Completai l'opera di inzuppamento di abiti e scarpe, cominciata con la "passeggiata" del mattino, per impedire la caduta, nei pressi dell'abitazione, di un palo della corrente, piegato dalla violenza del vento e indebolito dall'acqua che correva alla base. Completata con successo la pericolosa opera di puntellamento (la corrente non era stata tolta) e tornato in casa, non ne uscii più: avevo esaurito calzature e indumenti asciutti. L'inferno durò fino a sera inoltrata; il Biotìs si era mangiato un migliaio di metri quadri di prato a valle di Bàutole e aveva tentato una fuga sulle Montegge, erodendo la strada Rasai/Porcen in corrispondenza della curva "da Cristi": molti volontari lottarono per bloccare la possibile falla, trascinando grossi tronchi a difesa della riva. Il rombo minaccioso  del torrente si attenuò rapidamente con la fine della pioggia.

CONCENTRAZIONE

TORNA

TORNACASA