DICHIARI!

La "dichiarazione dei redditi" veniva un tempo pubblicata perfino dai giornali locali, almeno per i redditi superiori a una determinata soglia. L'introduzione della legge sulla privacy fece perdere questa buona abitudine, che con la violazione della vita privata nulla aveva in comune: infatti può essere evitata la pubblicazione dei cosiddetti "dati sensibili", quale ad esempio la detrazione su spese mediche o simili. La realtà è che la privacy fu presa a pretesto per nascondere quelle dichiarazioni che "un vicino di casa" avrebbe potuto riconoscere come ridicole e scandalose per i valori troppo bassi riportati, e indicarle alla pubblica esecrazione. Anche successivi tentativi di pubblicazione di dichiarazioni dei redditi, quale la messa on line delle dichiarazioni, avviata dall'Agenzia delle Entrate, fu bloccata: questo fatto ci dice quant'è potente in Italia la lobby degli evasori fiscali. La possibilità di vedere in rete la dichiarazione dei redditi di ogni dichiarante (tolta la parte "sensibile") è una indispensabile  operazione di trasparenza e onestà finanziaria per ogni paese.

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